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L’ex procuratore di Milano Francesco Greco indagato per diffamazione dopo la denuncia di Piercamillo Davigo

L'ex consigliere del Csm aveva querelato il magistrato per un’intervista del settembre scorso in merito alla presunta Loggia Ungheria e al passaggio di verbali tra il pm milanese Paolo Storari e appunto Davigo. Per questi ultimi due a Brescia è stato chiesto il processo lo scorso novembre per rivelazione del segreto d'ufficio
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La Procura di Brescia ha chiuso le indagini nei confronti dell’ex procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco accusato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti del suo collega del periodo di Mani Pulite Piercamillo Davigo. L’ex consigliere del Csm aveva querelato Greco per un’intervista al Corriere delle Sera a Milena Gabanelli del settembre scorso in merito alla presunta Loggia Ungheria e al passaggio di verbali tra il pm milanese Paolo Storari e appunto Davigo. Per questi ultimi due a Brescia è stato chiesto il processo lo scorso novembre per rivelazione del segreto d’ufficio dei verbali dell’ex avvocato di Eni, Piero Amara.

Le dichiarazioni del legale, indagato di avarie procure e che ha già patteggiato una condanna per corruzione in atti giudiziari, riguardavano una presunta loggia massonica di cui avrebbero fatto parte anche magistrati, alti funzionari, avvocati e personaggi pubblici di rilievo. L’indagine per associazione segreta è di competenza della procura di Perugia. Gli inquirenti perugini sono al lavoro da mesi per trovare riscontri a quelle dichiarazioni. Tra gli indagati c’è anche Denis Verdini.

Greco, che è stato archiviato dall’accusa di omissione di atti d’ufficio sempre a Brescia in uno dei filoni scaturiti dal caso dei verbali, nell’intervista aveva dichiarato: “Mentre ancora c’è nebbia sul dove, quando e perché Storari e Davigo si siano scambiati sottobanco i verbali, una cosa è sicura: l’uscita era nell’interesse di Davigo che non si è preoccupato assolutamente della sorte del procedimento e quando ha lasciato il Csm quei verbali li ha abbandonati. Fatto imbarazzante”. I verbali era finiti nelle mani della segretaria di Davigo, Marcella Contrafatto, indagata Roma per calunnia perché accusata di aver inviato anonimamente i verbali di Amara al magistrato Nino Di Matteo, oltre che ad alcuni giornalisti. Tutti coloro che hanno ricevuti i verbali avevano poi denunciato l’anomala ricezione. Davigo ha sostenuto che le “vie formali” sarebbero state “impossibili da seguire perché avrebbero comportato il disvelamento di tutta la vicenda”.

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