Finora il pubblico ministero Lucia Terzariol ha inviato un avviso di garanzia per omicidio colposo solo al rappresentante legale della società, Pietro Schneider di 71 anni, ma è arrivato il momento di affidare le perizie e quindi sarà inevitabile che l’elenco si allunghi. L'indagine punta in due direzioni ben precise: perché è caduta la putrella e comprendere se lo studente fosse impiegato in attività compatibili con il suo ruolo
Stanno per arrivare nuovi indagati nell’inchiesta sulla morte di Lorenzo Parelli, il diciottenne che è stato travolto da una putrella in acciaio nel giorno del suo stage in fabbrica, alla Burimec di Lauzacco di Pavia, in provincia di Udine. Finora il pubblico ministero Lucia Terzariol ha inviato un avviso di garanzia per omicidio colposo solo al rappresentante legale della società, Pietro Schneider di 71 anni, ma è arrivato il momento di affidare le perizie e quindi sarà inevitabile che l’elenco si allunghi. La Procura ha spiegato che, nel caso di accertamenti irripetibili, tutte le persone coinvolte hanno diritto ad essere presenti con un loro consulente e che “sono in corso approfondimenti di indagine anche per individuare eventuali ulteriori profili di responsabilità a carico di altre figure aziendali”.
L’inchiesta punta in due direzioni ben precise. La prima riguarda le dinamica dell’incidente, per capire se vi siano state responsabilità da parte di qualcuno dei dipendenti che operavano nello stabilimento, nel settore assemblaggio. Chi manovrava la putrella del peso di 150 chili precipitata dall’alto? Per quale ragione è caduta in testa allo sfortunato studente impegnato nel tirocinio? Altri interrogativi riguardano l’osservanza delle misure di sicurezza, ovvero le precauzioni che in ogni ambiente di lavoro sono previste per impedire, ad esempio, l’accesso a zone a rischio. Di sicuro Lorenzo aveva il caschetto e i guanti, ossia le più elementari misure di protezione individuale. Ma com’era organizzata la presenza delle squadre? In quel momento era impegnato anche lui nella lavorazione, oppure, come sembra, non aveva un ruolo attivo?
Il secondo filone dell’indagine deve stabilire se il ragazzo di Castions di Strada fosse impiegato in attività compatibili con il suo ruolo di studente e con le sue competenze professionali. Per questo il magistrato farà ricostruire il tipo di impiego che gli è stato riservato nei mesi dello stage che serve per acquisire una formazione professionale che integri l’apparato teorico appreso nel Centro di formazione professionale dell’istituto salesiano Bearzi di Udine dove era iscritto al quarto anno. Ogni allievo che presta lavoro temporaneo in un’azienda ha un tutor che si occupa della sua formazione. Per questo sarà importante la versione del dipendente interno della Burimec che aveva in carico il percorso formativo di Lorenzo, ma che da alcuni giorni era assente per malattia dall’azienda. La morte di Lorenzo ha sollevato tante polemiche in Italia proprio sul punto del tirocinio che, secondo i sindacati, in qualche caso si trasforma in una forma di sfruttamento occupazionale.
Il punto di partenza per rispondere a queste domande sono i documenti acquisiti in azienda e le testimonianze delle persone presenti al momento dell’incidente. Ad acquisire prove e verbali sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Udine e della Compagnia di Palmanova. I tecnici del Dipartimento di prevenzione hanno cominciato a ricostruire la situazione esistente nell’ambiente di lavoro, poi dovranno entrare in scena i consulenti tecnici, in particolare il medico legale che si occuperà dell’autopsia (probabilmente sarà Carlo Moreschi, che ha effettuato il primo sopralluogo dopo l’incidente) e un esperto in lavorazioni e sicurezza industriale.