Politica

Ormai l’Italia non può fare a meno di Draghi: bisogna solo sceglierne la cornice

Nessuno in questi giorni ricorda come il ruolo di Sergio Mattarella all’inizio del suo mandato fu vissuto e interpretato dai media. Appariva come la scelta di Renzi che voleva una figura che non gli facesse ombra. Una sorta di istituzione quasi afona o invisibile che riuscisse ad esaltare la figura del principe Renzi attraverso la sua trasparenza. Memorabili le imitazioni di Crozza all’epoca.

Successivamente, l’invisibile diventò un Gigante della Repubblica e Renzi un politico piccolo piccolo, tanto che da principe alla fine parve diventare un Gianburrasca della politica. Perché è utile ricordare lo stato d’animo del Paese di quei giorni? Perché oggi, la stessa classe politica, generazione di 50enni, ex 40enni, tenta di compiere una operazione simile. La ricerca di una cornice, più che di una figura alta come blaterano nei talk. Il quadro, il dipinto rinascimentale c’è già, ed è Mario Draghi. Ora alla politica non rimane che scegliere la cornice da inserire o al Quirinale o a Palazzo Chigi. Ma sarà la cornice per Draghi, questo è ovvio. Inutile negarlo.

La crescita reputazionale del Paese, la sua ascesa a protagonista nel Gioco Grande, le volontà atlantiche, europee, finanziarie guardano solo alla figura di Draghi che offre le necessarie garanzie. Il resto potrà solo essere sfondo o cornice. L’unico che sembra aver compreso la fase è Berlusconi, che si è preso il suo spazio compiendo il capolavoro della sua “Strategia dell’Attenzione”. Poco importa se la cornice sarà al Quirinale o a Chigi: ormai l’Italia non può fare a meno di Draghi almeno per i prossimi anni. E neanche sono credibili i vincoli di rito o i protocolli costituzionali, perché in questi anni sono saltati in diverse occasioni e sono plasmabili per risolvere gli stati emergenziali che non scompariranno, ma anzi ahimè sono destinati a susseguirsi, soprattutto per ciò che riguarda l’ambiente.

Il buon Salvini, che oggi rappresenta la perfetta imitazione del Renzi all’epoca dell’elezione di Mattarella, rischia di imitarlo anche nell’evoluzione politica futura. E’ la politica, bellezza! E le generazioni si susseguono con i loro vizi e le loro virtù, ma la politica è sempre un quadro incorniciato, destinato prima o poi ad essere appeso al chiodo della storia.