Con le truppe di Mosca sempre pronte a invadere nuovamente il territorio ancora in mano a Kiev, a minacciare dure ritorsioni oggi è Bruxelles, con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che parla di “massimo supporto” nel caso in cui la situazione sicurezza dovesse degenerare: “Stasera scambio sostanziale con partner e alleati sulla situazione in Ucraina – ha scritto in un tweet dopo la videoconferenza a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche Biden, Draghi e Stoltenberg – Condividiamo la valutazione e ci stiamo preparando per tutte le eventualità nel caso in cui la diplomazia fallisca. Sanzioni in caso di ulteriore aggressione russa e supporto all’Ucraina“. E mentre da Kiev il ministro della Difesa Alexei Reznikov dice che non esiste al momento una reale minaccia d’invasione russa, il sottosegretario britannico alla Difesa, James Heappey, sostiene che “un numero significativo di individui che si ritiene associati alle operazioni militari avanzate russe sono attualmente in Ucraina“.
In caso di invasione, però, da Bruxelles e Washington fanno sapere di essere pronti a imporre durissime sanzioni nei confronti di Mosca. “C’è una forte unità tra gli Stati membri e i nostri partner internazionali con la determinazione ad essere pronti – ha spiegato un portavoce della Commissione Ue – Il lavoro è molto avanzato per poter mettere in atto un forte deterrente e misure robuste nel caso il dialogo non abbia successo. Se si imbarca in future violazioni della sovranità territoriale ucraina o in aggressioni reagiremo in maniera molto forte, ci saranno conseguenze politiche forti e saranno inflitti massicci costi economici all’aggressore”. E dall’amministrazione Biden fanno sapere che ad essere colpito sarebbe soprattutto l’export di materie prime, con un danno calcolato per Mosca da circa 50 miliardi di dollari.
Secondo Reznikov, comunque, al momento ci sono “scenari rischiosi, sono possibili in termini di probabilità in futuro, ma ad oggi una tale minaccia non esiste. Fino ad oggi le forze armate russe non hanno creato unità d’attacco tali da mostrare che siano pronte ad un’offensiva domani”. C’è ancora tempo, quindi, per la diplomazia e il prossimo tentativo sarà fatto dal presidente francese Emmanuel Macron, visto anche che la Francia è presidente di turno dell’Ue, che “prima della fine della settimana” si incontrerà con Vladimir Putin, come fa sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che ieri il capo dell’Eliseo aveva detto di voler presentare a Mosca e Kiev una serie di proposte per favorire una de-escalation. Intanto, però, la Russia ha avviato esercitazioni con carri armati in Crimea, secondo quanto annunciato dalla flotta del Mar Nero.
A Bruxelles, però, non si usano parole troppo diplomatiche: si percorre la via del dialogo, ma con fermezza. “I leader hanno condiviso la valutazione sulla gravità della situazione. Desiderano il successo della diplomazia, ma si stanno preparando per tutte le eventualità”, si legge in una nota dopo l’incontro al quale hanno partecipato anche Biden, Macron, Scholz, Draghi, il presidente polacco Andrzej Duda, Boris Johnson, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. “La presidente von der Leyen ha riaffermato il forte sostegno dell’Ue all’Ucraina, che include l’annuncio di un nuovo pacchetto di sostegno di 1,2 miliardi di euro sotto forma di un pacchetto di assistenza finanziaria di emergenza e 120 milioni di euro in sovvenzioni aggiuntive. La Commissione e il Seae stanno lavorando a un’ampia serie di sanzioni settoriali e individuali in caso di ulteriore aggressione militare della Russia contro l’Ucraina”.
La strategia è quindi quella della deterrenza, come sottolineato anche dalla Casa Bianca: “I leader hanno anche discusso i loro sforzi comuni per scoraggiare un’ulteriore aggressione della Russia contro l’Ucraina, inclusi i preparativi per imporre massicce conseguenze e forti costi economici alla Russia ma anche il rafforzamento della sicurezza al fianco est della Nato. Il presidente ha avuto una videochiamata con i leader europei. Hanno ribadito la loro preoccupazione per il rafforzamento delle forze militari russe al confine con l’Ucraina ed espresso il loro appoggio alla sovranità e all’integrità territoriale” del Paese. Linea confermata anche dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega Affari Ue, Enzo Amendola: “L’escalation della Russia ai confini dell’Ucraina è una sfida alla sicurezza di ogni europeo. Nel sostegno alla sovranità ucraina l’Ue è unita. Dialogo e negoziato sempre possibili, ma pronti con gli alleati a una risposta comune adeguata, nel caso la diplomazia non basti”.
Intanto, però, aumenta il numero dei Paesi che ha deciso di mettere in sicurezza il proprio personale diplomatico. Dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, anche il Canada ritira le famiglie dei diplomatici dall’ambasciata a Kiev “per l’attuale rafforzamento militare russo e le attività destabilizzanti dentro e intorno all’Ucraina”, come ha annunciato il ministero degli esteri di Ottawa.