Economia & Lobby

Amazon smantella l’armata dei dipendenti pagati per fare commenti lusinghieri verso l’azienda sui social

Il fatto che i dipendenti venissero pagati per produrre contenuti favorevoli all'azienda era tenuto nascosto. I messaggi prodotti sinora sono stati cancellati. In uno dei tweet prodotti nell'ambito del programma si leggeva ad esempio: "Sono orgoglioso di lavorare per Amazon: si sono presi cura di me. Molto meglio di alcuni dei miei precedenti datori di lavoro"

Amazon ritira la sua armata twitter di “ambasciatori social”. La società fondata da Jeff Bezos ha infatti deciso di abbandonare il progetto lanciato nel 2018 che prevedeva il pagamento di dipendenti che si impegnano a difendere sui social reputazione dell‘azienda e migliorarne l’immagine pubblica. Il fatto che i dipendenti venissero pagati per produrre contenuti favorevoli all’azienda era tenuto nascosto. I messaggi prodotti sinora sono stati cancellati. Lo scrive oggi il Financial Times ricordando i documenti già emersi in passato sulla contestata campagna promozionale.

In particolare viene citato un documento diffuso dal sito statunitense The Intercept lo scorso marzo da cui emerge come, gli “ambasciatori” avessero ricevuto una formazione specifica per contrastare qualsiasi informazione o opinione ritenuta lesiva della reputazione gruppo. Nel documento si legge: “Per affrontare le speculazioni e le false affermazioni nei social media e nei forum online sulla qualità del lavoro presso Amazon, stiamo creando un nuovo team social composto da dipendenti che avranno il compito di rispondere in modo educato —ma schietto— ad ogni falsità”. In particolare, si legge ancora, “Gli ambasciatori risponderanno a tutti i post e commenti di clienti, influencer (inclusi esponenti politici) e dei media che mettono in dubbio il livello delle condizioni lavorative”.

In uno dei tweet prodotti nell’ambito del programma si leggeva ad esempio: “Sono orgoglioso di lavorare per Amazon: si sono presi cura di me. Molto meglio di alcuni dei miei precedenti datori di lavoro”. La campagna degli “Amanzo ambassador” si era intensificata in occasione delle votazioni per la rappresentanza sindacale che si sono tenute nello stabilimento del gruppo in Alabama e ha spesso questionato le affermazioni del senatore democratico statunitense Bernie Sanders.