Beppe Grillo sta con Giuseppe Conte. È quanto emerso dopo una lunga chiamata di aggiornamento tra i due durante la quale il fondatore 5 stelle ha sostenuto la linea tenuta in questi giorni dal presidente M5s e chiesto di “garantire la stabilità dell’esecutivo”. I due non hanno invece mai parlato dell’ipotesi di votare Mario Draghi come presidente della Repubblica. La notizia è trapelata a metà mattina, poco dopo che era iniziata la terza chiama in Parlamento. E proprio sui contenuti del colloquio sono iniziate a circolare ricostruzioni contrastanti, tanto che il fondatore ha deciso di intervenire chiamando Enrico Mentana in diretta su La7 per smentire i retroscena e confermare il pieno appoggio alla linea dell’ex presidente del Consiglio: “Non abbiamo mai parlato della candidatura di Draghi al Quirinale”, ha dichiarato. Il riferimento era ai retroscena del quotidiano Domani, che poco prima aveva invece parlato di un endorsement di Grillo per l’ex presidente della Bce. Non era la prima volta che, in queste ore di incontri e trattative, si attribuiva la preferenza del fondatore per l’ex presidente della Bce, argomentando l’ipotesi con un asse con Luigi Di Maio: Grillo ha personalmente smentito ogni retroscena.
Secondo quanto fatto trapelare da fonti M5s vicine all’ex premier, durante la telefonata, tra i due c’è stata “piena sintonia” sulla linea che il Movimento sta tenendo nella trattativa per il Quirinale, mirata a “garantire piena stabilità all’attuale esecutivo” per continuare a rispondere alle urgenze del Paese e a “trovare un candidato autorevole e super partes”. Nella telefonata è stata rimarcata le necessità di “garantire piena stabilità all’attuale governo per continuare a rispondere alle urgenze del Paese”. Dopo la telefonata di Grillo in diretta, Enrico Mentana ha letto un nuovo messaggio inviatogli dal garante del M5s, in cui Grillo ha scritto “è vero” allegando il comunicato delle fonti M5s.
A differenza di altri momenti cruciali per i 5 stelle, questa volta è molto difficile aspettarsi una presa di posizione pubblica da parte di Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento si è sempre più allontanato dalla sua creatura e non solo per la decisione di affidare la rifondazione del M5s a Giuseppe Conte, ma anche per le vicende giudiziarie che riguardano lui (una settimana fa è stato indagato per traffico di influenze per il caso Moby) e il figlio.