Nell'aggiornamento epidemiologico settimanale sul Covid pubblicato nella tarda serata si legge che nella settimana dal 17 al 23 gennaio nel nostro paese sono stati rilevati 1.231.741 nuovi contagi, un livello invariato rispetto alla settimana precedente. Allo stesso tempo, i morti sono stati 2.440, con un aumento del 24%
Omicron ormai è dominante e ha soppiantato le altre mutazioni. La variante di Sars Cov 2, rilevata per la prima in Sudafrica e Botswana, rappresenta l’81,1% dei casi nel mondo. E secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità l’Italia ha registrato la settimana scorsa il secondo livello più alto in Europa di contagi da coronavirus e decessi provocati dalla malattia. Nell’aggiornamento epidemiologico settimanale sul Covid pubblicato nella tarda serata si legge che nella settimana dal 17 al 23 gennaio nel nostro paese sono stati rilevati 1.231.741 nuovi contagi, un livello invariato rispetto alla settimana precedente. Allo stesso tempo, i morti sono stati 2.440, con un aumento del 24%.
In Europa solo la Francia ha segnato durante la settimana un numero di infezioni maggiore (2.443.821, +21%), mentre per quanto riguarda i decessi al primo posto c’è la Russia (4.792, -7%). A livello mondiale l’Italia è al terzo posto per numero di nuovi contagi dopo Stati Uniti (4.215.852, -24%) e Francia, ed al quarto per numero di nuovi decessi dopo Usa (10.795, -17%), Russia e India (3.343, +47%). Nel complesso, la settimana scorsa l’Europa ha registrato 10.040.147 nuove infezioni (+13%) e 21.259 nuovi decessi (-5%) contro i 7.356.674 contagi (-10%) e 19.357 morti (+7%) degli Stati Uniti.
Il livello di rischio legato alla variante Omicron del coronavirus “rimane molto elevato”, anche se nel mondo rallenta la crescita dei nuovi contagi da Covid secondo Oms. Il rapporto sottolinea comunque che le nuove infezioni hanno superato la settimana scorsa quota 21 milioni, il livello settimanale più alto dall’inizio della pandemia. Nella settimana al 23 gennaio “sono stati segnalati oltre 21 milioni di nuovi casi, che rappresentano il numero più alto di casi settimanali registrati dall’inizio della pandemia“, si legge nel rapporto dell’Oms. Si tratta di un incremento del 5% rispetto ad un aumento del 20% registrato la settimana precedente, prosegue l’Organizzazione sottolineando che “un aumento più lento dell’incidenza dei casi è stato osservato a livello globale”.
Allo stesso tempo, i nuovi decessi provocati dalla malattia sono stati quasi 50mila, un livello simile a quello della settimana precedente.
Omicron, sempre secondo l’Oms, continua ad accrescere il suo dominio a livello globale rispetto alle altre varianti del coronavirus. “L’attuale epidemiologia globale della SARS-CoV-2 è caratterizzata dal predominio della variante Omicron su scala globale, dal continuo declino della prevalenza della variante Delta e dalla circolazione a livelli molto bassi delle varianti Alpha, Beta e Gamma”, spiega il rapporto. I “Paesi che hanno registrato un rapido aumento dei casi di Omicron a novembre e dicembre 2021 stanno iniziando a vedere un calo dei casi“, osserva l’Oms Tuttavia, “sulla base dei dati attualmente disponibili, il rischio complessivo relativo alla variante Omicron rimane molto elevato”.
La variante Omicron del coronavirus rappresenta adesso l’89,1% dei nuovi casi globali di Covid, mentre la Delta – che in precedenza era dominante nel mondo – il 10,7%. I livelli, spiega l’Oms, derivano dai campioni raccolti negli ultimi 30 giorni, che sono stati sequenziati e caricati nella banca dati scientifica globale Gisaid.