"La curva dei ricoveri - dice la Fiaso - si sta raffreddando ma è possibile individuare una differenza tra due categorie di pazienti: mentre diminuiscono del 2,5% i per Covid, ovvero coloro che hanno sviluppato la malattia e presentano sintomi respiratori e polmonari, aumentano del 6,7% i pazienti con Covid, cioè positivi al virus ma in ospedale per la cura di altre patologie". Ad oggi, stando ai dati del report, la percentuale è del 35%
La più evidente frenata degli ultimi tre mesi. È quella registrata nei ricoveri per Covid, sia nei reparti intensivi che in area medica, nell’ultima settimana, secondo la rilevazione dei 20 ospedali sentinella della Fiaso. Nei reparti, spiega la Federazione italiane delle aziende sanitarie e ospedaliere, i ricoveri diminuiscono del 2,5% mentre nelle rianimazioni “sono diminuiti dell’8%”. All’interno dei reparti Covid i non vaccinati sono il 60% del totale e tra i vaccinati in rianimazione il 72% non aveva ancora fatto la terza dose.
“La curva dei ricoveri – dice la Fiaso – si sta raffreddando ma è possibile individuare una differenza tra due categorie di pazienti: mentre diminuiscono del 2,5% i pazienti per Covid, ovvero coloro che hanno sviluppato la malattia da Covid e presentano sintomi respiratori e polmonari, aumentano del 6,7% i pazienti con Covid, cioè positivi al virus ma in ospedale per la cura di altre patologie”.
Al momento, negli ospedali sentinella, la percentuale di pazienti positivi al virus Sars-Cov-2 ma in cura per altre patologie (cardiologiche, ortopediche, urologiche, neurologiche, internistiche) è del 35%: un paziente su tre infatti scopre incidentalmente di avere l’infezione al momento del tampone pre-ricovero e viene dunque portato in area Covid ma per assistenza specialistica di altro tipo. In rianimazione – indica il report – la stragrande maggioranza dei pazienti è costituita da soggetti con gravi sindromi respiratorie e polmonari che hanno sviluppato la malattia da Covid. La quota di degenti positivi al virus ma ricoverati per altre patologie (infarti, ictus, emorragie) è piuttosto residuale, pari all’8%.
“L’andamento differente dei ricoveri tra pazienti per Covid e con Covid ci dice che bisogna cominciare a concepire la gestione delle infezioni da Sars-Cov-2 su due piani: da un lato, i pazienti che richiedono l’isolamento e percorsi dedicati ma non hanno bisogno di competenze specialistiche per la cura del Covid, perché hanno altre patologie; dall’altro i malati, per lo più non vaccinati che hanno sviluppato la patologia Covid e necessitano di trattamento pneumologico, infettivologico o rianimatorio”, commenta il presidente Fiaso Giovanni Migliore. “La stabilizzazione dell’andamento dei ricoveri, a cui verosimilmente seguirà una discesa della curva, consentirà – conclude Migliore – di alleggerire la pressione sugli ospedali e di concentrarci sul recupero della prestazioni sospese o rinviate”.
Per quanto riguarda i ricoveri pediatrici, aggiunge Fiaso su dati dei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella, nella settimana 18-25 gennaio sono diminuiti del 18% i pazienti sotto i 18 anni ricoverati. Il numero di minori ricoverati è passato da 153 a 125 (8 in terapia intensiva). Tra i piccoli degenti, il 23% ha meno di 6 mesi e tra i neonati uno su tre ha entrambi i genitori non vaccinati. Complessivamente quasi 2 su 3 dei minori ricoverati (il 60%), ha meno di 4 anni ed è dunque in una fascia di età non vaccinabile, mentre il 24% ha tra 5 e 11 anni.