Non è l’esatta traduzione, ma il titolo italiano ne coglie bene il senso. La fiera delle illusioni – Nightmare Alley si presenta come un noir patinato e parte con un misterioso Bradley Cooper che impara il mestiere di saltimbanco in una compagnia di fenomeni da baraccone. L’atmosfera è da Freaks Out, per un po’ Guillermo del Toro sembrerebbe quasi in contatto spirituale con Gabriele Mainetti. Che bello quando un italiano (presentato in settembre a Venezia) anticipa le idee di un americano (uscito in Usa a dicembre). L’atmosfera circense delle illusioni con le scarpe sporche di fango sfocia nella parabola di successo del protagonista. Sboccia un noir, pieno di luce da Scorpione di Giada (gli alleniani capiranno), e se prima l’anfitrione era il poco onesto direttore della compagnia Willem Dafoe, ora la psicologa Cate Blanchett avrà il suo ruolo chiave.
Tra tarocchi, mentalismo e spiritualismo l’affascinante fiera d’illusioni potrebbe condurre a un vicolo da incubo, non a una favola. Film più maturo di Del Toro balza elegantemente tra i generi, intreccia i registri e incanala ogni filo della sua trama circolare in un messaggio morale che scoprirete solo gustandolo fino al finale. Considerato tra i migliori film dell’anno da varie associazioni di critica americane, sarà uno dei film da battere alla Notte degli Oscar, il prossimo 27 marzo.