Cinema

Let’s kiss – Franco Grillini storia di una rivoluzione gentile, nelle sale dal 31 gennaio il documentario di Filippo Vendemmiati

Nell'opera diretta da Filippo Vendemmiati la figura del parlamentare, consigliere provinciale e regionale, ma anche le lacrime personali e le vittorie di gruppo di uno dei leader politici più riconosciuti del mondo gay

di Davide Turrini

“L’è mei un fiol leder che un fiol buson”. Meglio un figlio ladro che un figlio busone. Quant’acqua è passata sotto i ponti italiani sulla questione omosessuale in nemmeno 40 anni. Let’s kiss – Franco Grillini storia di una rivoluzione gentile, il documentario di Filippo Vendemmiati su uno dei leader politici più riconosciuti del mondo gay, è una sorta di prisma di questa complessa, sofferta, ma anche giocosa trasformazione della cultura e dei costumi del nostro paese. No, perché lo slogan del figlio ladro in chiave autoironica la usavano proprio i primi eburnei avamposti dell’Arcigay di Bologna, tra cui Grillini, alla fine degli anni settanta, quando il mondo cominciò a tingersi di arcobaleno. Lotta dura senza paura nella Bologna comunista, ma anche un valzer col sindaco, un condom in regalo, un “ci piace di più il papa col tutù”.

L’elastico temporale si allunga e si allarga dentro, attorno e oltre al magma del cambiamento per mostrare cosa significasse dire cosa si era nel profondo e cosa si provava sentimentalmente quando dirlo costava scandalo e ripudio sociale. Grillini, l’uomo dai mille soprannomi, il bistecca, il figlio laureato di genitori contadini, il marxista che ha usato i partiti come un taxi, il bidello che si vestiva come un fagotto, il signore dagli occhiali “coi vetri antiproiettile”, è la prima linea, il centravanti di sfondamento nel disgelo tra identità omosessuale e lotta di classe nelle dotta Bologna che fa il ’77. La rivoluzione politica è anche sessuale è ancora: omosex.

“I diritti civili sono alla pari dei diritti sociali”, dice Grillini. L’albo dei ricordi che sfoglia Vendemmiati è archivio di un accordo politico lungimirante (l’Arcigay di Bologna e le allora amministrazioni Zangheri e Imbeni), ma anche frammenti tv che ricordano quanto eravamo stolti. Un Grillini mai visto da Funari, tutti aboccaperta, dove casalinghe e geometri del catasto fanno no no col ditino per dire che gay si diventa, figuriamoci se si nasce e i figli vanno protetti dalla malattia. Pioniere Funari e pioniere Grillini. Leader ovunque, anche quando la lotta si fa difesa del virus dell’Aids e all’arrivo del ministro della sanità democristiano di allora, Donat Cattin, uno che non volle pubblicamente pubblicizzare i preservativi “perché si rompono e sbordano”, inizia a distribuire gratis in pubblico, sotto le Due Torri, centinaia e centinaia di profilattici, e senza volere a salvare vite omo o etero che sia, ignare del flagello di fine novecento. Grillini parlamentare, consigliere provinciale e regionale, le lacrime personali e le vittorie di gruppo. Grillini architrave anticlericale, supereroe contro il male sessuofobico e contro lo stigma omosex che poi la tv fece quadretto pro o contro Giovanardi. Let’s kiss come bacio platonico, di avvicinamento umano, di abbattimento dei confini fisici, di progressione sociale dei sentimenti. Al profumo di tagliatelle e tortelloni che non guasta mai. Nelle sale italiane dal 31 gennaio.

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