L'arrivo dell'imbarcazione è previsto nel pomeriggio ad Augusta (Siracusa). A bordo era salita la tensione per le condizioni fisiche e soprattutto psicologiche dei naufraghi. Ci sono anche 13 donne e 112 minori, tra loro quattro bambini sotto i 5 anni e un neonato di 2 mesi
A oltre una settimana dai primi salvataggi è stato assegnato un porto alla Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere che con sei diverse operazioni di soccorso, ha salvato 439 persone. L’arrivo dell’imbarcazione è previsto nel pomeriggio ad Augusta (Siracusa). A bordo era salita la tensione per le condizioni fisiche e soprattutto psicologiche dei naufraghi. “Siamo stati testimoni di un peggioramento della situazione con il passare dei giorni – dice Hager Saadallah, psicologa a bordo della nave di Msf -. Alcuni di loro si sono persino chiesti se il mondo si sia dimenticato di loro”. Da qui l’ennesima richiesta di un porto sicuro di sbarco, assegnato adesso dal ministero dell’Interno.
A bordo della nave umanitaria ci sono anche 13 donne e 112 minori, tra loro quattro bambini sotto i 5 anni e un neonato di 2 mesi. Nel 90 per cento dei casi i minori sono non accompagnati: hanno affrontato da soli la traversata del Mediterraneo a bordo dei barconi prima di essere soccorsi dall’equipaggio della Geo Barents. I naufraghi – tratti in salvo dal 19 al 21 gennaio vicino alle coste libiche – provengono per la maggior parte da Eritrea, Bangladesh e Pakistan. Ieri a sollecitare una decisione era stato Riccardo Gatti, responsabile delle operazioni di soccorso della nave: “A bordo della Geo Barents ci sono 439 persone, in attesa di un porto sicuro. Il 25% di loro sono minori, il 90% non accompagnati. Il team medico sta cercando di curare i casi medici, ma la situazione è difficile. Il team di supporto psicologico di bordo sta facendo del proprio meglio ma abbiamo casi di attacchi di panico e situazioni di stress psicologico. – prosegue – Non stiamo ricevendo alcuna risposta alle nostre richieste di porto sicuro. Da dove proviene questa mancanza di appoggio? Non riusciamo a capire perché continuiamo a ricevere ripetuti silenzi dalla autorità italiane dopo aver ricevuto i diversi no dalle autorità maltesi”, conclude Gatti.
Nei giorni scorsi l’organizzazione umanitaria aveva chiesto alle autorità italiane e per due volte a Malta l’assegnazione del “porto sicuro”, ricevendo però un secco rifiuto da parte delle autorità de La Valletta. “Tutte le persone a bordo sono stanche e stremate dal lungo viaggio in mare e dalla permanenza in Libia caratterizzata da violenze e torture” aveva ricordato Alida Serrachieri, responsabile medico a bordo della Geo Barents. “Dopo le visite mediche effettuate a bordo – aveva aggiunto – abbiamo riscontrato persone con traumi o affette da malattie croniche. Le cattive condizioni meteo di questi giorni hanno accresciuto il malessere generale delle persone a bordo. Siamo ora in attesa di un porto sicuro in modo tale che tutte le persone possano avere un’adeguata presa in carico”.