A Ottavio Navarra, editore siciliano, viene il mal di testa a ricordare tutta la vicenda che tiene bloccati alla Regione Siciliana 1,5 milioni di euro destinati agli editori siciliani indipendenti per la crisi dovuta all’emergenza sanitaria. “Quando è scoppiata la pandemia abbiamo accusato il colpo perché non abbiamo potuto organizzare più manifestazioni e presentazioni per vendere i nostri libri – racconta Navarra, che con la sua Navarra Editore pubblica numerosi libri dedicati a Peppino Impastato e alla madre Felicia – quindi abbiamo chiesto alla Regione di inserire una norma per dedicare un sostegno alla editoria siciliana che era stata dimenticata. Sembrava tutto fatto ma non avevamo fatto i conti con la burocrazia”. Gli editori chiedevano infatti non un semplice ristoro ma la vendita di libri per tutte le biblioteche siciliane, un pacchetto per ognuna, attraverso l’acquisto della Regione. Volevano fare il loro lavoro: vendere libri. Questa proposta originale però è costata un blocco che dura da due anni e non si è ancora risolto. “Non volevamo i soldi senza dare nulla – spiega ancora Navarra – così abbiamo fatto questa proposta con il duplice intento di aiutare editori e biblioteche”. La norma è stata approvata rapidamente, nel 2020, ma dopo per gli editori sono cominciati i guai: “Ci sono state diverse conferenze per comprendere di chi era la competenza, se dell’assessorato dei Beni culturali o quello delle Attività produttive”.
Passano i mesi e mentre gli editori attendono, vengono chiamati a partecipare a “conferenze infinite” in cui non si risolve nulla. Solo dopo due anni di proteste e di inghippi giuridici si scopre che la competenza è dell’assessorato ai Beni culturali, ma che non si può procedere con l’acquisto dei libri da parte della Regione per le biblioteche perché servirebbe una gara d’appalto. Tutti gli scrittori siciliani firmano un documento di protesta, al quale aderiscono anche oltre 30 case editrici siciliane, tra cui Vittorietti, Medinova, il Palindromo, Libridine, Aulino, Bonfirraro e altri ancora. Ma non si muove nulla. I soldi che potrebbero dare ossigeno non arrivano: “Purtroppo, ad oggi, dobbiamo registrare un nulla di fatto che sta esasperando gli animi – hanno scritto gli editori in una nota – A novembre ci era stata comunicata l’adozione del provvedimento da parte della giunta regionale su proposta dell’assessore Alberto Samonà. Lo stesso provvedimento doveva essere trasmesso alla commissione parlamentare competente per un parere consultivo sulla scorta del quale, l’assessorato regionale avrebbe potuto procedere alla pubblicazione del bando“.
Del bando però neanche l’ombra e le case editrici rischiano di chiudere per l’inattività che dura ormai da due anni. L’assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana Alberto Samonà si rivolge ai tecnici per trovare una soluzione: “Gli editori siciliani – dichiara l’assessore Samoná a ilfattoquotidiano.it – hanno tutto il diritto di avere i ristori previsti. Gli uffici del Dipartimento della Programmazione e quelli dei Beni Culturali sono al lavoro per provvedere a dare le somme stabilite alla platea di editori siciliani. Ho sollecitato personalmente i tecnici a fare in fretta perché i tempi di un imprenditore che rischia e investe il proprio denaro e ha subito gli effetti economici disastrosi della pandemia non sono quelli della burocrazia”.