Il minimo più alto, quello del Lussemburgo, supera i 2.200 euro ed è quasi sette volte superiore a quello più basso, i 332 euro della Bulgaria. Ma le disparità sono notevolmente inferiori se si tiene conto delle differenze nel livello dei prezzi
Tra i 27 Paesi europei solo Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia non hanno un salario minimo legale. Quanto alle cifre, a gennaio 2022 13 Stati membri nell’est e nel sud dell’Ue avevano minimi inferiori a 1000 al mese e sei sopra i 1.500 euro. I dati Eurostat pubblicati venerdì mostrano che il minimo più alto, quello del Lussemburgo, supera i 2.200 euro ed è quasi sette volte superiore a quello più basso, i 332 euro della Bulgaria. Ma le disparità sono notevolmente inferiori se si tiene conto delle differenze nel livello dei prezzi. Se espressi a parità di potere d’acquisto, come si vede nell’immagine sopra, i salari minimi negli Stati membri con livelli di prezzo più bassi diventano relativamente più elevati.
In termini reali, i salari minimi mensili (nel caso in cui siano previsti per 13 o 14 mensilità la cifra annuale è stata divisa per 12) sono di 332 euro in Bulgaria, 500 in Lettonia, 515 in Romania, 542 in Ungheria, 624 in Croazia, 646 in Slovacchia, 652 in Repubblica ceca, 654 in Estonia, 655 in Polonia, 730 in Lituania, 774 in Grecia, 792 a Malta, 823 in Portogallo. In Slovenia sono 1074 euro, in Spagna 1126. Nei restanti sei Stati membri il livello supera 1500 euro al mese: Francia 1603, Germania 1621, Belgio 1658, Paesi Bassi 1725 euro, Irlanda 1775 e Lussemburgo 2257. Per fare un confronto, il salario minimo federale negli Stati Uniti era di 1110 euro.
In Italia, stando alla relazione degli esperti nominati dal ministro Andrea Orlando, un lavoratore su quattro è povero. Ma sul salario minimo non si segnalano passi avanti, nonostante le aperture del ministro e nonostante in Parlamento siano depositate diverse proposte tra cui quella della ex ministra Nunzia Catalfo. Intanto a livello europeo è atteso nei prossimi mesi il varo di una direttiva sulla questione. Il testo approvato a inizio dicembre dal Consiglio Ue è decisamente al ribasso rispetto alle proposte della Commissione. I Paesi con alti livelli di contrattazione collettiva, come l’Italia, non saranno tenuti ad introdurre un minimo per legge.