Sul nastro adesivo che avvolgeva il capo di Serena Mollicone quando venne ritrovato il suo cadavere c’erano tracce di legno compatibile con quello della porta dell’alloggio della caserma di Arce. È il dato fornito dai carabinieri del Ris negli accertamenti tecnici illustrati oggi nel processo a carico del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano. I Mottola e Quatrale sono accusati di concorso in omicidio e Suprano di favoreggiamento.

Stando all’analisi degli specialisti dell’Arma viene quindi confermato che la giovane, morta l’1 giugno 2001 nella cittadina in provincia di Frosinone e ritrovata due giorni dopo in un boschetto ad Anitrella, urtò violentemente contro la porta. I frammenti individuati sono composti da legno, resina e vernice: elementi che li rendono compatibili con la porta della caserma. Si tratta della indicazione in questo senso che arriva durante la fase dibattimentale nell’ultima settimana.

Il 21 gennaio, illustrando la sua superperizia, l’antropologa forense Cristina Cattaneo aveva spiegato di avere individuato sul corpo della ragazza “ecchimosi e contusioni avvenute quando c’era attività vitale”. Segni di una colluttazione fatta di “strattonamenti e pugni” e in cui Serena ha anche cercato di difendersi. Le analisi, effettuate anche con macchinari di ultima generazione, hanno confermato la presenza di un trauma cranico nella “regione” sinistra.

Un urto, che causò probabilmente uno “stordimento” nella 18enne, avvenuto contro una superfice “ampia e piana”. Su questo punto i periti affermano che c’è compatibilità “tra il cranio di Serena e la porta della caserma dei carabinieri di Arce contro cui sarebbe stata fatta sbattere”. È insomma “una ipotesi molto probabile – aveva spiegato Cattaneo – che il trauma cranico abbia provocato uno stordimento e poi la morte sia giunta per asfissia meccanica” per il sacchetto di plastica infilato in testa “ma non abbiamo elementi per dirlo con certezza”.

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