“Rischiamo di smantellare l’impianto legislativo voluto da Paolo Borsellino e Giovanni Falcone per contrastare la criminalità organizzata”. Parola di Salvatore Borsellino, fondatore del movimento Agende rosse e fratello del giudice ucciso da Cosa Nostra, intervenuto nel corso dell’evento organizzato a Milano dal consigliere regionale lombardo Luigi Piccirillo per affrontare l’argomento dell’ergastolo ostativo. Nell’aprile dello scorso anno la Corte Costituzionale ha infatti dichiarato incostituzionale la norma che vieta di liberare e concedere benefici ai boss stragisti condannati all’ergastolo che non collaborano con la giustizia. La Consulta aveva comunque concesso un anno di tempo al Parlamento per intervenire sulla questione. Ma a pochi mesi dalla scadenza, il nuovo testo è fermo ancora in commissione giustizia alla Camera.
“Con le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica l’iter è stato bloccato e a fermarlo è stato il sottosegretario alla giustizia Sisto che è l’avvocato di Berlusconi. Evidentemente è una legge che dà fastidio”, commenta Piera Aiello, testimone di giustizia e deputata, componente proprio della stessa commissione Giustizia (oltre che di quella Antimafia). “Il rischio – ha aggiunto – è che dopo 26 anni, soggetti come i fratelli Graviano, possano tornano a casa tranquilli e beati”. Prospettiva molto criticata anche dalle Procure italiane, a partire dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, che durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario ha dedicato un ampio passaggio del suo discorso alla riforma: “L’ergastolo ostativo e il 41-bis non sono carcere duro ma strumenti per impedire che i mafiosi continuino a comandare dal carcere, come avveniva prima del 1992”.
“I giudici antimafia che combattono veramente la mafia quotidianamente sono giustamente terrorizzati dall’idea che si possa cancellare l’ergastolo ostativo, che significherebbe cancellare l’ergastolo tout court”, ha sottolineato Alessandro Di Battista, anche lui tra i relatori dell’evento milanese. “Smettere di combattere affinché si possa svelare la verità, disincentivando i boss a pentirsi, è il miglior regalo che si possa fare alle mafie”, ha aggiunto. A chiedere all’Italia la riforma dell’ergastolo ostativo nel 2019 era stata anche la Corte europea dei diritti dell’uomo. I giudici di Strasburgo hanno stabilito che la condanna al carcere a vita “irriducibile” viola l’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti umani. “Purtroppo l’Europa , che non ha una legislazione antimafia adeguata come quella italiana – commenta Salvatore Borsellino –, pretende di sindacare su quella che è la migliore legislazione sul tema”.
Intanto il testo base e i numerosi emendamenti sono ancora fermi in commissione, mentre si avvicina la scadenza imposta dalla Corte costituzionale. L’auspicio di Piera Aiello è che immediatamente dopo “l’elezione del nuovo presidente della Repubblica il Parlamento possa discutere e approvare questa legge” per provare a “salvare il salvabile”, inserendo rigidi paletti per la concessione degli eventuali benefici anche agli ergastolani che non collaborano.