A far nascere i dissapori all'interno del condominio, ancora una volta, è stata la realizzazione di un ascensore (questa volta ormai già costruito). La vicenda è addirittura finita al Tar e al tribunale civile di Venezia nel tentativo (vano) dell'unica famiglia contraria di bloccare l'intervento secondo loro troppo invasivo
Solo qualche giorno fa aveva fatto notizia il caos scatenatosi a Palazzo Bernardo (Venezia), dove Rosario Fiorello è proprietario di un appartamento. Ora spunta un caso simile che riguarda invece Piero Angela. O meglio, l’abitazione di sua proprietà, posta all’ultimo piano di un palazzo, sempre a Venezia. Andiamo con ordine.
Siamo sempre nel capoluogo veneto, ma stavolta a Palazzo Contarini Pisani. Anche qui, stando a quanto riportato dal Corriere del Veneto, è stata la realizzazione di un ascensore il nocciolo della questione. Dopo assemblee tra vicini di casa, la vicenda è addirittura finita al Tar e al tribunale civile di Venezia nel tentativo, vano, della famiglia Pezzangora di bloccare un intervento, a detta loro, troppo invasivo in un immobile già dotato di servoscala. A differenza di Palazzo Bernardo, però, qui l’ascensore alla fine è stato realizzato causando però una crepa nei rapporti con il vicinato.
Piero Angela avrebbe approvato l’opera e solo la famiglia dei Pezzangora si sarebbe detta contraria, argomentando: “Noi siamo favorevoli che si intervenga perché le abitazioni siano più accessibili e siamo anche consapevoli che la nostra non è la preziosa corte di Palazzo Bernardo ma c’è modo e modo di intervenire“. Probabilmente la posizione del loro appartamento ha reso tutto più complesso: “Ora vediamo l’ascensore, è posizionato tra le finestre della camera da letto mentre quella del bagno è bloccata da un pannello di plexiglass”, ha infatti affermato la famiglia che, nonostante la contrarietà, ha dovuto pagare la quota per la realizzazione: 60 mila euro su 260 mila di spesa complessiva.
Ad ogni modo pare che la vicenda abbia delle radici profonde. Infatti, nel secolo scorso, ci fu un primo rifiuto della soprintendenza a realizzare l’ascensore che dal secondo piano porta all’ultimo, dove ci sono due appartamenti: quello di Angela e quello di chi, negli anni Novanta, dopo l’acquisto, ha iniziato a proporre di installare un manufatto che evitasse la difficoltà di salire con le scale. Inizialmente – con le norme sull’accessibilità degli edifici ancora non perfezionate – l’ipotesi fu quella di un uso esclusivo del mezzo da parte del proponente, ma Palazzo Ducale rigettò la richiesta. Poi nel 2015 si è arrivati ad una definizione più chiara delle norme sull’accessibilità che permetteno “laddove possibile” di rendere accessibili anche i palazzi vincolati, come appunto quello in questione. Ecco che il servoscala originario è stato sostituito con uno nuovo tra il primo e il secondo piano, quindi l’ascensore con una pedana d’uscita. Così ora che l’ascensore è stato ormai realizzato, i Pezzangora valutano di trasferirsi. Come andrà a finire? Difficile a dirsi.