Oggi, e probabilmente ancora per alcuni giorni, salvo sorprese, non sarà trovata una soluzione condivisa per eleggere il tredicesimo capo dello Stato. D’altro canto sarebbe difficile che si raggiungesse un accordo tranne, forse, che per Sergio Mattarella. Non si contempla che uno schieramento voti per un candidato/a dell’altro, dal momento che sarebbe rivendicato come una vittoria dall’uno e patito come una sconfitta dall’altro. Siamo a meno di un anno da elezioni politiche cruciali.
Nello stesso tempo almeno ¾ dei parlamentari temono le elezioni anticipate, dovendo rinunciare all’ultimo anno di indennità della propria esperienza, a causa della certa non rielezione. Come si è giunti qui e come se ne esce? Gli analisti politici che affollano gli studi televisivi dei chilometri di “speciale elezioni” in corso, non si azzardano a ricordare pochi lapidari elementi che chiarirebbero le ragioni dell’attuale situazione e del perché non è facile uscirsene — o forse non lo chiariscono per il semplice motivo che non fa comodo rievocare avvenimenti ai quali gli stessi rappresentanti dei media hanno contribuito in modo attivo.
Eccoli:
– Le elezioni del 2018 hanno consegnato un Parlamento in cui la forza di maggioranza relativa era di gran lunga, ed in parte è ancora, il M5S. Nello stesso tempo il Pd, grazie alle mirabolanti imprese renziane, fletteva al 18%. A destra la Lega recuperava un ottimo risultato, il 17%, ma senza la possibilità di formare una propria maggioranza
– Matteo Renzi con ancora in tasca le chiavi da segretario del partito, grande stratega, rifiutava l’alleanza con i grillini, a quel punto l’unica soluzione praticabile era il governo giallo-verde Conte I. Dopo un anno di patimenti con Matteo Salvini ministro dell’interno, il medesimo impazziva sotto il sole del Papeete e gettava alle ortiche il governo.
– Giuseppe Conte seppelliva Salvini in Parlamento con un intervento degno di un’orazione funebre di Shakespeare (“perché Matteo è un uomo d’onore…”), con cui guadagnava d’un tratto la stima di una buona metà perbene del Paese (ed entrava nel mirino dell’altra molto meno).
– Si formava dopo mille tentennamenti del Pd, nel frattempo zingarettiano, il governo Conte II con Pd-M5S-LEU, anche ad opera del solito toscano che poi si creava il suo gruppo personale Italia Viva. La navigazione del governo dopo pochi mesi entrava nella tempesta Covid che affrontava con coraggio e limiti obiettivi, derivanti dall’impreparazione generale del Paese, riuscendo altresì a portare a casa gli oltre 200 miliardi di euro del Pnrr Fondo Europeo per la ripresa dopo pandemia.
– A questo punto cominciava la crisi aperta da Renzi e sostenuta da un tiro incrociato di tutti gli organi d’informazione che determinava la crisi di governo. Il Presidente Mattarella non rimandava Conte alle Camere, portandolo alle dimissioni, e conferiva il mandato a Mario Draghi che formava l’attuale governo a larghe intese, attualmente in carica.
– L’elezione del Presidente della Repubblica, stante il rifiuto di Mattarella di essere rieletto, non può avvenire se non c’è un accordo che comprenda almeno la stessa maggioranza che sostiene il governo, a meno che un congruo gruppo di parlamentari voti in modo difforme dalle indicazioni di pertinenza. In ogni caso un’elezione di questo tipo, finora perpetrata dalla destra, molto probabilmente causerebbe la caduta anticipata del governo
– L’ipotesi di eleggere Mario Draghi fortemente voluta dal Pd, Italia viva, Forza Italia, ma non da Cinque stelle e Lega non sarebbe praticabile in questi termini perché oltretutto determinerebbe la rottura della maggioranza e certamente elezioni anticipate, osteggiate dal Parlamento.
– L’unica soluzione possibile è una candidatura condivisa di una personalità considerata da tutti super partes, se esiste, o la rielezione di Mattarella.
Conclusione: solo elezioni politiche, anticipate o, nella migliore delle ipotesi, a scadenza naturale, possono riportare nel Parlamento i nuovi e reali rapporti di forza, oggi profondamente falsati dalle modalità in cui si sono svolte le vicende politiche, soprattutto dopo l’avvento del governo Draghi e il conseguente congelamento dell’attuale condizione.