Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Quirinale 2022 - 29 Gennaio 2022
Quirinale, settima votazione a vuoto, ma Mattarella arriva già a quota 387 preferenze
I leader dei partiti della maggioranza, in attesa di stringere l’intesa sul Mattarella bis, avevano optato per schede bianche e astensioni nella settima votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Ma nel segreto dell’urna il capo dello Stato ha pure aumentato i suoi consensi, toccando quota 387 voti, nel corso di uno spoglio terminato in un nuovo nulla di fatto. Aspettando l’ottava votazione che – dopo l’incontro tra capigruppo dei partiti e lo stesso presidente al Colle – dovrebbe essere quella decisiva. A raccogliere voti sono stati anche Carlo Nordio (candidato di FdI) con 64 preferenze e il pm Nino Di Matteo (40), votato dagli ex M5s di “Alternativa c’è”.
In Aula, prima dello spoglio, facce scure soprattutto in casa Fratelli d’Italia, con la presidente Giorgia Meloni visibilmente irritata per la giravolta di Matteo Salvini e la decisione che spacca definitivamente il centrodestra sul Quirinale. Il leader leghista, invece, si è fermato a colloquio con alcuni esponenti del suo gruppo, mentre quando è toccato il turno dei delegati regionali, sono stati i governatori del Carroccio, Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) – già in passato considerati ‘avversari interni’ del segretario leghista, ndr – a venire ripresi dalla telecamere dei cronisti, a colloquio con il collega presidente della Liguria, Giovanni Toti.