Joe Biden torna ad alzare i toni della crisi ucraina e annuncia l’invio “nel breve termine” di un primo, limitato, numero di truppe americane nell’Europa dell’est, sia per tutelarsi in caso di eventuale invasione russa che come azione deterrente. “Invierò truppe in Europa dell’est nei paesi della Nato nel breve termine. Non molte”, ha dichiarato rientrando da una visita a Pittsburgh, in Pennsylvania. Il Pentagono ha messo 8.500 militari in stato di allerta per un possibile dispiegamento. Dall’altra parte, Mosca ha inviato in Bielorussia una batteria del sistema di difesa antiaereo Pantsir-S: “Le unità delle forze armate russe che partecipano ai test di risposta dello Stato dell’unione continuano il dispiegamento in Bielorussia – si legge in un comunicato della Difesa – Un altro treno ha portato nella stazione di scarico una batteria del sistema di missili terra aria Pantsir-S del distretto militare orientale”. Le esercitazioni serviranno a “rafforzare la protezione della Frontiera statale per evitare la penetrazione di gruppi armati, bloccare i canali di consegna di armi e munizioni, così come cercare, bloccare e distruggere formazioni armate illegali”, si specifica.
Intervistato dalla Stampa, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, conferma che l’Alleanza è pronta a una rapida reazione militare nel caso in cui la situazione dovesse degenerare, ma di prediligere ancora la via del dialogo. “Il nostro messaggio è che se la Russia userà ancora una volta la forza contro l’Ucraina dovrà pagare un prezzo alto, con sanzioni economiche e politiche – ha dichiarato – Forniremo supporto all’Ucraina per sostenere il suo diritto all’autodifesa e ovviamente siamo anche pronti a proteggere e a difendere tutti gli alleati. Abbiamo chiarito che ci saranno sanzioni. Inoltre il supporto fornito dagli alleati all’Ucraina, le attrezzature e l’addestramento, costerà caro alla Russia perché l’esercito ucraino è molto più preparato, addestrato ed equipaggiato rispetto al 2014. E se l’obiettivo della Russia è avere meno Nato ai suoi confini, otterrà il contrario. In caso di aggressione, anche questa volta invieremo più forze. Crediamo nel ruolo della diplomazia e del dialogo e continueremo su questa strada, senza dimenticare che in questo caso l’aggressore è la Russia”.
E Stoltenberg ha spiegato anche di aver incassato l’appoggio, tra gli altri, di Mario Draghi: “Ho incontrato il presidente del Consiglio Draghi a Roma prima di Natale. E abbiamo partecipato insieme anche all’incontro con il presidente Biden lunedì scorso. C’è stato un chiaro messaggio del premier Draghi, di tutti gli altri leader europei e ovviamente anche di Biden: siamo pronti a imporre sanzioni”, ha detto.