Mentre a Roma va in scena lo squallido teatrino della politica, nel nord Italia si sta registrando uno dei più assurdi inverni a memoria d’uomo. Non piove, non nevica, non fa nulla, solo moderato gelo. Solo cielo sereno, drammaticamente sereno dalla mattina alla sera: quello che solo gli stupidi chiamano ancora “bel tempo”. A Torino l’ultimo giorno di neve è stato l’8 dicembre, zero a gennaio e nulla è previsto fino a metà febbraio. La Pianura Padana è sempre più una camera a gas con la gente che muore con il Covid e non già per il Covid. Sembra la Terra che si ribella all’uomo, che gliela fa pagare, allestendo uno scenario distopico.
I grandi laghi registrano portate da estate avanzata: “il lago di Como registra -66%, Iseo -33%, mentre nel Lago Maggiore l’ammanco è di 50 milioni di metri cubi”. E manca l’acqua al Po, che registra più del 20% in meno rispetto alla media del periodo. Ma quello che preoccupa di più è a monte, in tutti i sensi, e cioè i ghiacciai, che non avendo riserve di neve fresca (ammesso che poi nevichi sarà neve tardiva che si scioglierà subito) si ritireranno ulteriormente. Basti pensare che l’arretramento è continuato la scorsa estate nonostante l’inverno precedente avesse registrato diverse precipitazioni nevose.
Perché fa sempre più caldo, questo si sa. Ma a chi frega di tutto questo? La politica vive alla giornata, tira a campare, come se nulla fosse, senza pensare che ad esempio quella carne di cui si saranno ingozzati i nostri parlamentari in questi giorni non ce la potremo permettere fra un po’ di tempo perché – al di là del pur importante aspetto etico – sarà un crimine in futuro alimentare animali per mangiarseli, posto che scarseggerà l’acqua. Questa sarebbe la transizione ecologica: correre ai ripari, convertire l’economia, altro che alimentare il nuovo business del capitalismo, altro che coprire di pannelli solari i terreni agricoli da cui nasce il nostro cibo!
Del resto, che a quelli che siedono negli scranni non importi nulla è dimostrato dalla rielezione di Sergio Mattarella. Nel suo settennato, il presidente usato sicuro – perfettamente interpretando il sentimento comune – non ha mai celebrato la giornata del suolo, non ha mai lanciato un monito sull’Italia e i suoi dissesti, e se guardate i suoi discorsi, non ne troverete uno dedicato alla terribile crisi ambientale che ci attanaglia. Parole come “sesta estinzione di massa”, “riscaldamento globale”, “crisi idrica”, “Antropocene” sono bandite dal suo lessico.
Ma va bene così, siamo come i ciechi di Pieter Brueghel il Vecchio, che riprendeva la parabola evangelica: “Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!”.