di Raffaele Garbellano
A proposito della rielezione di Mattarella continuo a leggere di fallimento della classe politica, in quanto incapace di esprimere un nuovo Presidente della Repubblica. Stesso leitmotiv che ci ha accompagnato un anno fa durante la caduta del Governo Conte 2. Come allora anche oggi credo che sia sbagliato generalizzare. Bisogna invece parlare di responsabilità ed errori di alcuni politici. Faccio i nomi di chi secondo me ha le principali responsabilità in questa fase.
1) Enrico Letta. Troppo pavido. Paralizzato tra la propria propensione alla restaurazione e la pressione dei renziani del Pd (che evidentemente non è ancora guarito dal renzismo, con buona pace di D’Alema). Per come esultava in parlamento viene da pensare che la conferma di Mattarella fosse proprio il suo obiettivo dall’inizio. Allora avrebbe dovuto avere il coraggio di dirlo da subito. A proposito di conservatorismo: se l’obiettivo è usare Mattarella come taxi per Draghi (con lo stesso schema Napolitano) ce lo dica ora. Almeno ci mettiamo l’anima in pace e ci risparmiamo la prossima maratona televisiva.
2) Luigi Di Maio. Completamente sleale nei confronti di Giuseppe Conte. Preoccupato per la stabilità del Governo e della sua poltrona, anche lui perfetto conservatore dello status quo.
3) I due Matteo. Sul podio ex aequo e honoris causa. L’uno (Renzi) contava poco nei numeri stavolta. Ma ha prevalso quasi dappertutto la sua linea disfattista. L’altro (Salvini) si è ubriacato da solo con continue giravolte e un nulla di fatto.
Ne esce bene, bisogna ammetterlo, Giorgia Meloni, che ha mantenuto coerenza nel cercare una soluzione politica. Discutibile nel merito delle proposte, ma niente da dire sulla linea e sul metodo.