Il gruppo Saipem affonda in borsa e chiude in calo del 30% con una capitalizzazione che si riduce a 1,3 miliardi di euro. Il tracollo del gruppo di servizi e infrastrutture per il comparto energetico (gas in particolare) è dovuto all’annuncio di perdite nel 2021 per oltre un terzo del capitale sociale facendo quindi scattare l’obbligo di una ricapitalizzazione come previsto dal codice civile. I soci del gruppo saranno chiamati a versare denaro nella società. Saipem è controllata al 30% da Eni mentre un altro 12,5% fa capo a Cassa depositi e prestiti (in sostanza al Tesoro italiano). Altri azionisti di peso sono Marathon Asset management (5,6%) e Eleva Capital (3%). Secondo alcune valutazioni la società dovrà provvedere ad una ricapitalizzazione da 1-1,5 miliardi di euro.
“Con riferimento a quanto annunciato da Saipem, Eni sta monitorando con attenzione la situazione e svolgerà ogni propria valutazione rispetto alle tematiche e agli scenari che verranno presentati dalla società stessa, in coordinamento con Cdp”, ha affermato stamane un portavoce del gruppo Eni. Ambienti vicino alla Consob (l’autorità di vigilanza sui mercati, ndr) fanno sapere che la commissione sta seguendo la situazione con grande attenzione ma una posizione ufficiale verrà presa solo quando verranno pubblicato il bilancio 2021 e la relazione dei revisori dei conti. Al momento – viene fatto notare – si tratta di previsioni contenute in un comunicato stampa, senza alcuna entità precisa sullo sforamento della soglia critica della perdita di esercizio, e la reazione in Borsa viene considerata del tutto fisiologica dopo il comunicato aziendale.
Saipem ha anche deciso di ritirare gli outlook annunciati il 28 ottobre 2021 (le previsioni sui risultati aziendali). Dopo l’utile ritrovato a fatica a fine 2019, per Saipem è iniziata una lunga serie di trimestri in rosso, dovuta al calo e al rallentamento delle commesse riconducibili anche alla pandemia. Sui conti pesa in particolare il blocco registrato in Mozambico, progetto del valore di 4 miliardi di euro presentato nell’aprile dello scorso anno insieme alla francese Total. In questo caso lo stop è dovuto a ‘cause di forza maggiore, invocate dal gruppo francese, dopo una serie di attacchi terroristici a poca distanza all’impianto. Per Saipem si è trattato di mancati ricavi per 1,4 miliardi fino alla fine del 2021.