Ritorna Sanremo e si parla nuovamente dei Maneskin! Saranno infatti superospiti della prima serata della 72esima edizione del Festival, condotto nuovamente da Amadeus. Proviamo a ragionare ancora una volta sui Maneskin (e non solo), nei consueti nove punti di questo blog.
1. La narrativa sulla band romana è ampia, inutile aggiungere altro. A parlare per loro sono i fatti: sono stati capaci di sovvertire ogni (ir)ragionevole giudizio, ribaltandone le premesse, grazie al successo ottenuto in Italia, ancor di più, in giro per il mondo. Siate onesti, per quale motivo non dovreste essere orgogliosi di una formazione capace di calcare palchi così prestigiosi? Di essere riconosciuta a tutte le latitudini come next big thing del 2021? Inoltre è un dovere ricordare i premi a loro riconosciuti; nessun gruppo alle nostre latitudini è mai giunto a tanto.
2. Per caso, avete mai visto calcare gli Afterhours di Manuel Agnelli su palchi così prestigiosi? Citiamo gli After, giusto per fare un esempio… la risposta comunque è: ma nemmeno per sogno! Al massimo hanno fatto ciò che le rock band italiane, oppure i vari Ligabue/Vasco Rossi fanno quando varcano il confine; raccontano di sold out clamorosi, vantano teatri affollati e location grondanti di sudore: Parigi, Londra, New York… ma poi, tra quel folto pubblico, si scopre che non vi stanno nemmeno le ombre di londinesi, di parigini e newyorkesi. Piuttosto… è facile individuare persone di Barletta, Milano, Torino, Parma, Roma… In altre parole: italiani che in quei luoghi ci vivono, cui manca “il male di miele” nostrano, ergo, non si perdono la band preferita ogni volta che per qualche folkloristico motivo riesce a varcare il confine.
3. I Maneskin no. I Maneskin occorre discostarli dalla voce “folklore italico/rock musicale”: non sono seguiti esclusivamente da “Antonio, Giuseppe e Michele”. È stato loro costruito un allure internazionale; un abito che calza a pennello con ciò che il mainstream rock impone. Nessun gruppo italiano ha saputo fare meglio e questo va loro riconosciuto. Oltretutto, diciamocelo, mica gareggiano per la categoria musica latina come Pausini e Ramazzotti! “Questi”, con quelle chitarrrine senza fili e quelle mossette fuori tempo, spaccano per davvero! O almeno così pare.
4. Fin qui “la story” non fa una grinza, se non fosse che ai ragazzi corrisponde un disco, una carriera. Ma che cos’è un disco? Forse un oggetto non identificato per le nuove generazioni? Dicono: “A noi interessa guardare Damiano super figo sculettare con “il polso rotto”. A noi invece Victoria muoversi fuori tempo in mezzo a tutte quelle telecamere. A noi piace infine la tv!”. Se ancora non l’avete capito, i palinsesti televisivi musicali risultano essere “le nuove cantine”; quei luoghi dimenticati nella memoria dove le vere band muovevano i primi passi.
5. Poco importa quanto la mistificazione della realtà abbia preso il sopravvento; ricordiamolo ancora una volta: i Maneskin nascono come prodotto televisivo; comprendere ora la differenza tra prodotto televisivo e musicale, richiede, in effetti, un certo impegno (ne scrivo e ne ho parlato ampiamente). E proviamo allora ad impegnarci: “Non pensate che un calderone tritatutto come X Factor possa distruggere ogni tipo di velleità reale nella musica rock?”. È sufficiente cercare nell’albo d’oro del programma per rendersi conto che non esiste nessun gruppo che ce l’abbia realmente fatta. A scanso di equivoci, non stiamo parlando di pseudo-pop star.
6. I Maneskin no! Damiano e soci hanno invece lasciato il segno(?), ergo starebbero a dimostrare che quanto affermato qui sopra non sono altro che fregnacce. Fate attenzione: a ben riflettere, la band romana è la dimostrazione di come la musica sia divenuta un mezzo a uso e consumo della televisione. Un tempo era semmai il contrario, era la tv a essere un mezzo a uso e consumo della musica: c’è differenza! Era proprio Sanremo un baluardo italiano di ciò; una kermesse in grado di lanciare artisti rispettandone il culto. Ma poi, un giorno sono arrivati i talent, minandone antiche certezze, in favore di “nuovi parametri”. Guardare l’albo dei vincitori degli ultimi dieci anni induce a scoprire quanti ne provengano dai format televisivi, non ultimi i Maneskin.
7. È corretto pensare che progetti come X Factor possano animare le nuove generazioni? Eccome se lo è! Proprio per quanto scritto finora. Viene invece difficile comprendere le ragioni portanti in grado di “ingrifare” per Victoria e soci i cosiddetti “boomer”. Cinquantenni/sessantenni che hanno vissuto gli anni d’oro della musica rock e che conoscono a menadito ciò che è stata realmente capace di produrre, di quanto abbia segnato usi e costumi, oltre ad aver inesorabilmente scritto pagine esistenziali per intere generazioni.
8. Possiamo affermare che la mistificazione della realtà musicale entro prodotti televisivi abbia fatto più danni alle vecchie generazioni piuttosto che alle nuove? Eccome! “Questi” passano le loro giornate su Facebook cercando di dimostrare “quanto siano cazzuti i Maneskin”. Vi rendete conto? Ti incontrano e ti attaccano la pezza provando a convincerti: “Hai visto, eh? hanno aperto lo show dei Rolling Stones e andranno al Coachella Festival!”. Sorge dunque spontanea una domanda: ma convincerti de che? Nessuno qui tenta di mettere in discussione l’onestà intellettuale di questi quattro ragazzi, i quali giustamente vivono il loro sogno. Semmai a dover essere processato è il sistema, responsabile di aver creato delle dinamiche che nulla c’entrano con la musica.
9. Il Coachella è il Coachella! Se non fosse che guardando il cartellone dell’edizione 2022 ti viene da piangere… scoprendo in cosa sia stato trasformato. Headliner della kermesse: Harry Styles (cresciuto a X Factor), Billy Eilish (cresciuta in tutti i talent possibili) e infine YE, ovvero Kanye West, il quale ha pensato bene di cambiare nome. E in effetti è decisamente più… televisivo. Osare leggere il resto della lista del Coachella non è previsto… qualcosa di decente in mezzo lo si scoverà? Fatemi sapere! Così come non oserò guardare i social questa sera a supporto della performance dei Maneskin, o meglio… non oserò guardare i social dei boomer dei Maneskin.
Ultima frase d’ordinanza prima di salutarci: “E fatevi ‘na risata prima di commentare”. A seguire la consueta playlist di nove canzoni che potrete ascoltare gratuitamente sul mio Spotify personale. Buona lettura e buon ascolto.
9 canzoni 9 … per gli amici boomer