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La rissa nel centrodestra colpisce anche Toti: Salvini lo attacca e la Lega in Liguria lascia l’aula del Consiglio. Rixi: “Ci ha tradito”

Nel giorno del consiglio federale in via Bellerio a Milano, il Carroccio lancia la resa dei conti con il governatore, tra i responsabili del fallimento della candidatura di Casellati al Quirinale. Il leader lo accusa sul Colla: "E' mancato un pezzo del centrodestra". Ma anche come amministratore: "Governatore, assessore al Bilancio e alla Sanità. O è Superman o....". Così anche la tenuta della maggioranza in Liguria è a rischio

Accuse, critiche, veleni: come in una royal rumble, sul ring del centrodestra lacerato dalla settimana quirinalizia si alternano gli scontri tra i leader di partito. E nel giorno del consiglio federale in via Bellerio a Milano, la Lega lancia la resa dei conti con il governatore della Liguria, Giovanni Toti. L’elezione del presidente della Repubblica “non ha visto il centrodestra prevalere perché è mancato un pezzo del centrodestra”. È il primo “schiaffo” che assesta Matteo Salvini. Tradotto: la coalizione ha perso perché il leader di Cambiamo! non ha dato il suo appoggio a Maria Elisabetta Casellati. A 160 kilometri di distanza, l’altro affondo si consuma in Consiglio regionale a Genova: il gruppo della Lega abbandona i lavori dell’aula in polemica contro “l’ennesima assenza” di Toti. E ora la tenuta della maggioranza in Liguria è a rischio.

Salvini, dopo aver perso la partita sul Colle, è costretto da giorni a subire le critiche di Giorgia Meloni e ha rilanciato proponendo una federazione con Forza Italia sul modello dei repubblicani Usa. Mentre dall’altra parte Toti ha proposto il suo polo moderato, un nuovo soggetto politico che nascerebbe proprio sull’asse che dal centro ha spinto per la rielezione di Sergio Mattarella. La Federale della Lega a Milano è l’occasione per Salvini per colpire quelle stesse forze centristi, responsabili del mancato appoggio alla candidatura di Casellati per il Quirinale. Le stesse forze che durante quella quinta votazione, con il centrosinistra astenuto, non hanno fatto mancare 46 voti a favore del bis del capo dello Stato.

Il fuoco incrociato della Lega contro Toti arriva da Milano e da Genova, quasi in contemporanea. Il commissario del Carroccio per la Liguria, Edoardo Rixi, al suo arrivo in via Bellerio non usa mezze parole: “Toti ha tradito il centrodestra”. E poi aggiunge: “Se un amministratore locale vuole fare il deputato si deve candidare”. A chi gli chiede se la giunta ligure a questo punto sia a rischio, Rixi risponde: “Non lo so. Le amministrazioni locali andranno avanti tranquillamente. A livello di amministrazioni locali il dialogo è con tutti“.

Fatto sta che nel frattempo il gruppo della Lega ligure lascia i lavori del Consiglio regionale in polemica contro “l’ennesima assenza del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti con deleghe a Sanità e Bilancio”. “E’ un segnale di mancato rispetto verso quest’aula, nonostante il presidente Toti avesse dichiarato la sua presenza e avesse pratiche a cui rispondere, ci risulta che stia rilasciando interviste televisive – dice il capogruppo Stefano Mai – Un gesto irrispettoso, perciò come gruppo usciamo dall’aula”. La Lega fa parte della maggioranza a guida Toti che governa la Regione da otto anni. Ma dopo le accuse al governatore per il Quirinale, i leghisti chiedono persino una verifica di maggioranza. Il governatore si è detto pronto.

A Milano, intanto, Salvini lancia un altro affondo, questa volta legato proprio alle vicende liguri: “Non metto in discussione sindaci e governatori ma se uno è governatore, assessore al Bilancio e alla Sanità o è Superman o….“. Dopo le botte, però, il leader della Lega si affretta a chiarire che il Quirinale non dovrò avere strascichi anche sulle amministrazioni regionali: “Io non metto in discussione sindaci o governatori. Io non do dei traditori a nessuno”, spiega Salvini.

Per il momento Toti guarda al centro, a un nuovo soggetto politico: “Ripartirei dal patto della Maddalena…. La riunione a piazza della Maddalena, dietro al Pantheon, durante le trattative per il Quirinale, con noi, Forza Italia, Lupi, Cesa. Quando si è deciso di andare su Casini o, in ultima analisi, su Mattarella“, ha rivelato in un’intervista al Messaggero. Il polo di centro potrebbe nascere attorno alla riforma della legge elettorale in senso proporzionale? “Quello è un passaggio fondamentale per l’aggregazione di soggetti politici che condividono la stessa impostazione”, ha assicurato il governatore ligure. Che invece sulla proposta di una federazione avanzata da Salvini ha replicato: “E’ molto interessante per molte anime ma vuol dire, prima di tutto, mettere in discussione l’identità del suo partito”.