In attesa alle Poste Italiane, Don Piero Corsi, sacerdote sprovvisto di Green pass, si è rifiutato di cedere il posto ai clienti, alcuni dei quali si sarebbero anche offerti di saldare le sue bollette. È successo a Bolano, in provincia di La Spezia il 1° febbraio, giorno in cui sono entrate in vigore le nuove regole che obbligano l’utilizzo del certificato rafforzato per l’accesso a molti servizi pubblici, tra cui appunto quello postale. Per fare uscire il don dall’ufficio sono dovuti intervenire i carabinieri, e ora l’uomo rischia la denuncia per interruzione di pubblico esercizio.

Don Corsi non è nuovo a gesti “eclatanti”: nel 2013 aveva affisso alla bacheca della chiesa un post di Pontifex che attribuiva la colpa dei femminicidi alle donne. Nell’ottobre dello stesso anno anno aveva affisso alcune vignette anti-islamiche. In un’altra occasione aveva litigato con un clochard che chiedeva l’elemosina, brandendo contro di lui un candelabro. Nel 2016 era stato denunciato (e poi assolto) per avere puntato una idropulitrice contro un vigile urbano stagionale. Subito dopo l’affissione dell’articolo di Pontifex sulla bacheca della chiesa, arrivò nelle redazioni una lettera firmata che annunciava la rinunzia all’abito talare. Lettera poi risultata falsa, tanto che don Corsi smentì “di aver inviato alcuna lettera alle agenzie di stampa nella quale comunicavo questa decisione”. “Quanto scritto nel comunicato di questa mattina – aggiunge – che non ho inviato io, è totalmente inventato”, scrisse. E alla giornalista che lo chiamava per avere informazioni rispose: “voi giornalisti siete dei giullari”, “spero che vi venga un colpo”.

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