“Dato che Di Maio dice una cosa e Conte ne dice un’altra, penso che debbano arrivare a una resa dei conti e risolversela all’interno del Movimento: si scontrassero e raccontassero come sono andate veramente le cose. Non sono affari miei questi. Ma già due anni fa dissi che il M5s stava diventando un partito e che quindi andava fatto un congresso. Grillo mi prese anche in giro citando il giorno della marmotta“. Così, a “Dimartedì” (La7), l’ex deputato del M5s, Alessandro Di Battista, si pronuncia sulla travagliata situazione interna al Movimento guidato da Giuseppe Conte.
E rivela: “È evidente che ci sia stato un cortocircuito. Io in quei giorni ero al telefono e mi è stato detto da determinate persone che c’era l’accordo per eleggere la Belloni tra Letta, Conte, Salvini e Meloni. Poi è stato cancellato da Di Maio, che si è sentito con Guerini e con quella parte che voleva bocciare la Bellini, e da Letta, che se l’è fatta sotto, motivo per cui oggi a Conte, che ha affermato di fidarsi di Letta, io ho risposto: ‘Io di Letta non mi fido’. Perché l’accordo è stato cancellato? Perché hanno riprovato a proseguire comunque sulla strada della restaurazione”.
Di Battista chiosa: “Se poi mi chiedete se la Belloni era la mia prima candidata, rispondo di no. Come presidente donna a me sarebbe piaciuta la Severino. Come presidente uomo, nel centrodestra, avrei votato Tremonti. La Belloni può piacere o no, ma tutti quanti sanno che l’accordo sul suo nome c’era. E questa è verità storica”.