Da due sere a questa parte milioni di persone stanno assistendo, in diretta tv sulla principale rete pubblica nazionale, a un abilissimo trucco da illusionisti. Come funziona? Semplice! Basta prendere un’azienda che ha come core business principale lo sfruttamento di gas fossile e petrolio (Eni) e cercare di far credere a tutte e tutti che, grazie alla creazione di una nuova società “green che più green non si può” (Plenitude), ci sia stata finalmente una decisa svolta verso le rinnovabili.
Peccato che dietro la maschera “green” con cui Plenitude/Eni si presenta alla kermesse canora più famosa del Paese, si nasconda una realtà ben più cupa per il clima del Pianeta. Siamo infatti di fronte all’ennesima operazione di greenwashing del Cane a Sei zampe che, malgrado continui a cercare di proporsi come una azienda sostenibile, nella realtà dei fatti continuerà a puntare principalmente su gas e petrolio.
È inaccettabile che Eni sfrutti la vetrina di Sanremo, e dei tanti altri eventi che sponsorizza, per promuovere un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà. Per chiedere una legge europea che vieti le pubblicità e le sponsorizzazioni dell’industria dei combustibili fossili, Greenpeace ha lanciato un’Iniziativa dei Cittadini Europei. Se la petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti”, sostenuta da più di trenta organizzazioni, raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione Europea sarà obbligata a discutere la proposta di legge.
Discorso analogo vale inoltre per altri due degli sponsor del Festival di Sanremo 2022, Suzuki e Costa Crociere, appartenenti a due settori, quello dell’automotive e del trasporto marittimo, che a loro volta contribuiscono fortemente alla crisi climatica per la loro dipendenza dalle fonti fossili.
Il mondo della musica, della cultura, dello sport, dell’informazione, dell’istruzione dovrebbero essere liberi dalla dannosa propaganda dell’industria dei combustibili fossili, così come sono già da tempo liberi dalle sponsorizzazioni dell’industria del tabacco.
E anche il Pianeta dovrebbe finalmente liberarsi una volta per tutte dei combustibili fossili, la causa principale della crisi climatica in corso.