Il comico pugliese, vestendo i panni del sedicente virologo di successo Oronzo Carrisi, cugino di Al Bano, ha spiegato com'è esplosa la sua carriera nel piccolo paese di Cellino San Marco. Ecco come hanno reagito i virologi (quelli veri)
C’era grande attesa per l’esordio di Checco Zalone sul palco del Teatro Ariston. E non ha deluso, non solo per i grandi ascolti (11.320.000 telespettatori con 55.8% di share), ma anche per i temi trattati e quantità di commenti arrivati sui social, perlopiù positivi. Il comico pugliese ha scelto la modalità ‘favola’ per rompere il ghiaccio. Accompagnato da Amadeus, voce narrante al leggio, ha raccontato la sua storia lgbtq ambientata in Calabria. Sulle note del grande successo di Mia Martini ‘Almeno tu nell’universo’, Zalone ha cantato: “Io che sarei diverso, che ipocrisia nell’universo”.
“Lo dico in anticipo: il primo che accusa Checco Zalone di omofobia e misoginia non ha capito nulla, ve lo dico“, “Con il suo solito umorismo ha spiegato l’omofobia e l’ipocrisia in Italia. Genio“, “Ha asfaltato il politicamente corretto come nessuno mai, grandissimo“, alcuni dei commenti. È arrivato, su Twitter, anche quello di Tommaso Zorzi. L’ex opinionista dell’Isola dei Famosi ha scritto: “A me Checco Zalone piace, sbeffeggia l’italiano medio con la giusta intelligenza che non lo rende mai fraintendibile“. Poi ha tuonato: “Avevo aspettative alte, per ora deluse“. Per i più inaspettato, invece, il commento di Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia. “Sempre grande Checco Zalone, è l’Alberto Sordi del XXI secolo italiano – ha twittato Adinfolfi -. La storia del nostro Paese sarà raccontata dai suoi film, dai suoi sketch e anche da questo passaggio a Sanremo nel 2022. Bravo, intelligente, non conformista, coraggioso come un artista deve saper essere“.
A me Checco Zalone piace, sbeffeggia l’italiano medio con la giusta intelligenza che non lo rende mai fraintendibile. Avevo aspettative alte, per ora deluse. #Sanremo2022
— Tommaso Zorzi (@tommaso_zorzi) February 2, 2022
Sempre grande Checco Zalone, è l’Alberto Sordi del XXI secolo italiano. La storia del nostro Paese sarà raccontata dai suoi film, dai suoi sketch e anche da questo passaggio a Sanremo nel 2022. Bravo, intelligente, non conformista, coraggioso come un artista deve saper essere.
— Mario Adinolfi (@marioadinolfi) February 2, 2022
Il terzo sketch di Zalone ha invece riguardato il tema del Covid, soprattutto la “presa d’assalto” dei virologi alla tv. Vestendo i panni del sedicente virologo di successo Oronzo Carrisi, cugino di Al Bano, ha spiegato com’è esplosa la sua carriera nel piccolo paese di Cellino San Marco. Con una premessa: “Non voglio parlare di Al Bano, mi ha rovinato l’esistenza”. “Ma oggi – ha spiegato fra le risa del pubblico-, le cose sono cambiate e Al Bano è diventato il cugino del virologo Oronzo Carrisi ed è questo il messaggio che vengo a portare a Sanremo. Voglio dire ai virologi: non vi preoccupate, prima o poi Fabio Fazio chiama anche a voi“. Poi ha mostrato il suo amuleto: “Il primo tampone positivo di Cellino Sammarco”. In seguito una esilarante canzone dal titolo ‘Pandemia ora che vai via‘… Il direttore d’orchestra? ‘Beppe Virussicchio’. “La curva è andata giù, sta per finire il sogno. Nessuno si spaventa più, manco a Codogno. Il bollettino non fa più notizia, e Fazio mi ha tolto l’amicizia“, ha cantato Zalone.
“Zalone ha fatto delle cose che definire divertentissime è poco, penso alla canzone ‘La Vacinada’. Immagino che ieri abbia voluto raccogliere un sentimento generale degli italiani che non ne possono più della pandemia. Sorrido e basta, non starei a farci dei castelli di carta sopra”, ha commentato all’Adnkronos Salute Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Ci sono rimasto male avrei preferito un duetto con Zalone”, le parole invece dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento. Poi ha aggiunto: “L’ironia è una chiave di lettura della realtà che va rispettata, ironizzare non è sminuire o derubricare quando guarderemo indietro, a questi anni di pandemia, alcune azioni ci sembreranno esagerate e potremmo avere anche la liberà di riderci sopra”.
“Zalone è fantastico, eccezionale. Io sono un grande estimatore, è un numero uno e ho visto i suoi film. Ha colto nel segno – ha invece dichiarato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino gi Genova-. ‘Pandemia ora che vai via‘ speriamo davvero che vada via e insomma, ha colto questo anno dei virologi. Io mi sono sentito poco tirato in ballo perché non sono un virologo ma un infettivologo. A parte questo, credo sia bello ridere anche su questo aspetto della comunicazione di questi due anni, i virologi che non devono parlare, devono stare zitti, non vanno d’accordo. Zalone ha colto questo aspetto. Ma speriamo che la canzone porti fortuna alla fine della pandemia. Io non ho nessun problema a tornare a fare il mio lavoro, anche se andrò meno in televisione sarò felice lo stesso. Ci saranno altri modi di comunicare le malattie infettive”.
La vera perla? Zalone in versione trapper – Ragadi ‘il nome d’arte’ – ha regalato al pubblico una spassosa canzone. Il titolo? ‘Poco ricco’. “Che ne sai di me? Della mia Playstation 2 quando già c’era la 3? Che ne sai di me? Delle mie gioie represse dei miei Full 5 senza la s. Quando cammini per strada vedi l’insegna di Prada, ma senti una voce amara che ti dice ‘Zara‘”, ha cantato Zalone in quella che in molti definiscono già una ‘hit’. “Una parodia del rapper impegnato che viene dai quartieri di periferia e della sua retorica pauperismo. Comincia a pungere, finalmente“, ha commentato il conduttore di Tv Talk Massimo Bernardini su Twitter. “Trapper: ora potete ritirarvi tutti”, ha scritto una telespettatrice. “Ma non c’è su Spotify?”, il commento di un altro utente.