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Sanremo 2022, chi è Rkomi: cresciuto circondato da “fattori criminali e disagi mentali”, è stato “folgorato” dalla pratica della meditazione

Arriva a Sanremo con uno scettro in mano: “Taxi Driver” è stato l'album più venduto del 2021 in Italia. Un successo clamoroso, che ha spinto Amadeus a volerlo in gara a tutti i costi: parteciperà con “Insuperabile”

di Giulio Pasqui

Mirko Manuele Martorana all’anagrafe, Rkomi (“si pronuncia raddoppiando la erre”) per tutti. Il suo nome d’arte è semplicemente il suo vero nome al “riocontra”, quell’usanza milanese per cui si divide una parola in due e si pronuncia prima la seconda metà e poi la seconda. Arriva a Sanremo con uno scettro in mano: “Taxi Driver” è stato l’album più venduto del 2021 in Italia. Un successo clamoroso, che ha spinto Amadeus a volerlo in gara a tutti i costi: parteciperà con “Insuperabile”.

Cresciuto nella periferia est di Milano, nasce in una famiglia napoletana immigrata a Milano e cresce in una casa popolare di Calvairate con madre, sorelle e nonna. “Mio papà non l’ho nemmeno conosciuto nella mia vita. Quando non lo conosci effettivamente non sento neanche la mancanza”. Con pochi soldi in tasca ma tanta voglia di riscatto, a 17 anni decide – “stupidamente”, dirà poi – di lasciare la scuola, un istituto alberghiero, per cominciare a lavorare. “L’ora di musica era forse quella che preferivo. Cazzo, era l’unica dove non mi cacciavano fuori, e ho iniziato a farmi due domande”. Farà il lavapiatti, il barista, il cameriere, e pure il muratore. “A 18 anni sono andato a vivere da solo. Faticavo a soddisfare esigenze primarie, come riempire il frigo”.

La vita di provincia, tuttavia, non è così semplice. È circondato, dice lui in una vecchia intervista, da “fattori criminali e disagi mentali”. Così, è la boxe tailandese (e il suo allenatore) ad aiutarlo ad allontanarsi dalla vita di quartiere più brutta. Impara il valore della consapevolezza, la disciplina, la pratica della meditazione, e sarà una folgorazione, a tal punto da spingerlo ad aprire una palestra senza scopo di lucro (vicino alla fermata metropolitana Brenta di Milano): l’iscrizione si paga in base al reddito.

Ma il suo sogno è un altro: fare musica. È stato suo cugino, Pablo Asso, che faceva parte di un gruppo hip hop, a introdurlo nel mondo della musica. È così che conosce i colleghi Izi e Tedua, del quale diventerà coinquilino. Dopo il suo primo tape, però, Mirko abbandona la strada delle rime e della musica. “Ho mollato, perché non pensavo di essere forte”, ha confidato. Ma poi ci ripensa, e dal 2016 comincia a pubblicare i primi lavori seri. “Il mio primo album è stato prodotto da Marracash e, passo dopo passo, sono arrivato a collaborare con Jovanotti ed Elisa, da cui ho imparato ad ampliare i miei orizzonti musicali. Da lì ho capito a dare un peso alla musica”, ha detto. “Partire da te” è il suo più grande successo: 62 milioni di stream su Spotify.

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