Attualità

Sanremo 2022, Roberto Saviano: “Al Festival per raccontare il coraggio dei testimoni di giustizia e di Falcone e Borsellino. Un grande momento di responsabilità”

Roberto Saviano prende carta e penna e scrive sul Corriere le motivazioni in forma di prosa della sua partecipazione a Sanremo (che avverrà giovedì 3 febbraio)

Il “coraggio” di Falcone e Borsellino e… dei testimoni di giustizia. Roberto Saviano prende carta e penna e scrive sul Corriere le motivazioni in forma di prosa della sua partecipazione a Sanremo (in programma giovedì 3 febbraio). Dopo un lungo prologo sul Saviano bambino e adolescente che guarda il festival in tv (“il palco dell’Ariston ha da sempre qualcosa che mi attira senza scampo”; “Sanremo l’ho visto, ci ho cantato insieme, l’ho rifiutato, l’ho beffeggiato, l’ho odiato, l’ho sostenuto”; “mi hanno ipnotizzato dalle performance piene di energia di Lorenzo Cherubini, incantato dal sorriso rassicurante di Benigni”), l’autore di Gomorra afferma che la sua partecipazione sarà un “grande momento di responsabilità”. Saviano racconterà le stragi di Capaci e via D’Amelio del 1992 e del 1994, dove persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e diversi uomini delle loro scorte. “Racconterò questo, racconterò anche di testimoni di giustizia. Ci tengo moltissimo al poter citare su quel palco una storia tra quelle che mi sono più care: quella di chi, scegliendo, scegliendo di prendere parte, scegliendo di assumere su di sé la responsabilità del cambiamento, si è esposta”. Nessuna anticipazione però se non quello di citare la “rivoluzione civile” che fu una rivoluzione del “talento”.

Saviano cita Rocco Chinnici (“maestro di Falcone e ispiratore del pool antimafia”) con relativo approccio educativo nelle scuole: “Se si comprende il meccanismo mafioso, si comprende che non si tratta della suburra, della periferia, del cattivo, del ladruncolo, ma della struttura stessa della società, di come una parte della politica, dell’economia della società sia orientata da quelle logiche, da quei comportamenti, da quei poteri”. Lo scrittore campano conclude cercando di ispirarsi al coraggio di Falcone e Borsellino: “Mi piacerebbe essere all’altezza di un racconto sul coraggio, la capacità di scegliere”): “Falcone fu tra i primi a essere funestato dalla tempesta degli hater – si tuffa in un improbabile accostamento Saviano – se ci fosse stato il web sarebbe stato sommerso, forse persino vinto, un uomo della sua tempra, dalle accuse, i boicottaggi, l’isolamento dei colleghi e di molta parte dei media. Proverò a ricordare che la loro resistenza riesce a respirare in noi ogni qual volta siamo in grado di scegliere da che parte stare senza paura”.