Intesa Sanpaolo, primo gruppo bancario italiano insieme ad Unicredit, ha chiuso il 2021 con un utile netto a 4,18 miliardi, in crescita del 19,4% sul 2020. L’incremento dei profitti è stato favorito soprattutto dall’aumento di incassi da commissioni saliti del 9,3% a 9,5 miliardi. Scendono viceversa i ricavi sugli interessi netti, ossia l’attività bancaria vera e propria in cui si fanno profitti con la differenza tra gli interessi pagati ai depositanti e quelli fatti pagare ai debitori, voce contabile sotto pressione nelle fasi di costo del denaro ridotto come quella attuale. I margini da interessi sono scesi del 4,6% a 7,9 miliardi di euro. In calo dell’1,1% i costi che passano da 11 a 10,9 miliardi di euro. Alla luce dei dati la banca ha deciso di distribuire agli azionisti 4,9 miliardi di euro, 1,5 miliardi sotto forma di dividendi (7,89 centesimi di euro per azione) e altri 3,4 miliardi come buy back, ossia il riacquisto sul mercato di azioni proprie che ha l’effetto di spingere verso l’alto il valore dei titoli. Operazione quest’ultima subordinata al via libera della banca centrale europea.
Nel nuovo piano 2021-2025 presentato oggi è prevista una distribuzione agli azionisti per il quinquennio di oltre 22 miliardi di euro, di cui oltre 6,6 miliardi nel 2022. – “Il nuovo piano d’impresa ci trasporta nel futuro e crea la banca dei prossimi dieci anni”, ha detto l’amministratore delegato Carlo Messina, nel corso della conference call con gli analisti finanziari spiegando che si tratta di un piano “prudente e conservativo”. Particolari speranze sono riposte nella crescita dei profitti da gestione di grandi patrimoni (wealth management). “Il nuovo piano prevede un rinnovamento del personale”, ha proseguito il manager aggiungendo che “sono previste 9.200 uscite volontarie, di cui circa 3.000 già nel 2021, con 4.600 nuove persone assunte e 8.000 riconvertite o riqualificate”. Messina ha anche detto che “Non stiamo considerando nessuna acquisizione o fusione. Il capitale in eccesso non sarà utilizzato per acquisizioni o fusioni”. Il titolo della banca sta perdendo in borsa il 2,3% in una giornata di debolezza per tutto il listino.