Le pagelle, non come al solito
Mi incantai davanti alla vetrina di un negozio e ci rimasi un sacco di tempo, mentre il mondo intero spariva ad eccezione di quella vetrina…
Non ci sono vetrine, c’è di nuovo il palco dell’Ariston. Stasera, che sera. Sarà una pagella un po’ insolita, i brani avranno spazio, tutti, sabato sera. Quel sabato scintillante in cui si vince, o si perde.
La scenografia di Gaetano e Chiara Castelli. Dicono sempre che “il pubblico a casa ha bisogno di essere rassicurato”. Ma non ce l’hanno tutti, questo bisogno? Io dico di sì. In ogni caso, bravi per aver innovato senza stravolgere, lasciando i segni delle ultime due edizioni. I segni del Festival, e quelli del Paese che si è fermato qualche ora a guardarlo, nonostante tutto. 10
Gli abiti di Amadeus. Una richiesta: smoking per una sera, classico. Per piacere. Bene il luccichio, ma come ci piace immaginare di essere nell’età del jazz. Portaci lì, Amedeo 7 (conduce in modo maestoso, 10).
Drusilla Foer. Iniziamo con un 10 per la prima discesa, lo stile, l’atteggiamento.