È scoppiato il fenomeno Drusilla Foer. Dopo tre serate di Sanremo 2022 si può già dire con certezza: è lei la vera rivelazione di questo Festival. Dimenticate in un colpo solo la muta Ornella Muti e l’emozionata Lorena Cesarini, è arrivata lei e in una manciata di uscite si è presa la scena, in perfetta chimica (citando Rettore) con Amadeus. Non ci voleva molto insomma a mettere la persona giusta al posto e soprattutto a ottenere il risultato sperato: fare show, tra ironia elegante e pure qualche puntura di riflessione, con un monologo potente sul tema dell’unicità, ingiustamente mandato in onda all’1.30.
SCINTILLE TRA DRUSILLA FOER E LA ZANICCHI
A tenere banco questa mattina sono però le presunte scintille tra la Foer e Iva Zanicchi, protagoniste di un siparietto che qualcuno ha letto come una stoccata alla cantante ma che, rivisto bene, è semplicemente un “palleggio” ironico tra le due. “Quanto sei alta?”, le domanda la cantante prima di esibirsi. “Parecchio”, risponde l’attrice. “Ma hai anche altre cose più di me!”, ironizza la Zanicchi riferendosi al fatto che è in realtà un uomo. “Eh, si. Tante cose”, dice Foer. “Volevo dire, ad esempio, sei colta”. E Drusilla chiosa: “Sì, diciamo così… colta”. E proprio quest’ultimo passaggio è stato letto da molti come una geniale frecciata al vetriolo. “Asfaltata la Zanicchi”, “Drusilla zittisce la Zanicchi”, “Foer 1 Zanicchi 0” sono solo alcuni dei migliaia di commenti che si leggono sui social. Un tifo spudorato pro-Foer, che in realtà non si è scomposta affatto. Le due hanno già lavorato assieme da Piero Chiambretti a CR4, si conoscono e tra di loro c’è un rapporto di reciproca simpatia. Incidente rientrato, insomma.
IL TRAVESTIMENTO DA ZORRO
Il Drusilla show era cominciato però con un punzecchiamento ad Amadeus – “lei mi vuole far fare la valletta” – ed è proseguito con un siparietto apparentemente innocuo ma in realtà con un sottotesto chiarissimo. Sul palco si presenta con la maschera di Zorro e rispedisce al mittente le critiche sulla sua presenza a Sanremo: “Ho pensato di fare qualcosa di un po’ eccentrico, per mettere allegria. Ma anche per gentilezza, per tranquillizzare quelli che avevano paura, sai un uomo travestito. Sicché mi sono travestita“. Drusilla batte Pillon a mani basse. Chi voleva polemizzare fermandosi alla parrucca è rimasto delusissimo.
Il MONOLOGO DELLA FOER SULLA DIVERSITÀ
Ma il momento più alto della partecipazione della Foer è senza dubbio il monologo incentrato sulla parola unicità, proposto a fine serata, in cui scardina preconcetti e cliché anche di chi la voleva a tutti i costi imbrigliata a parlare di inclusione e tematiche Lgbt. Non è un caso che sia partita da una dichiarazione inaspettata, una presa di distanza dalla parola diversità. “È una parola che proprio non mi piace, ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che non mi convince. Quando la verbalizzo sento sempre che tradisco qualcosa. Io trovo che le parole siano come gli amanti: quando non funzionano più vanno cambiati subito. Ho cercato un termine che potesse sostituirlo e ne ho trovato uno molto convincente: unicità“. E da lì parte lo snodo più intenso: “Tutti noi pensiamo di essere unici. Per comprendere la propria unicità, però, è necessario capire di che cosa è composta. Di che cosa siamo fatti noi. Certamente di cose belle: le ambizioni, i valori, i talenti. Ma non è facilissimo. E queste sono le cose fighe. Immaginatevi i dolori, le paure, le fragilità, una roba pazzesca, non è affatto facile entrare in contatto con la propria unicità. Come si fa a tenere insieme queste cose che ci compongono? Io un modo ce l’avrei. Si prendono per mano tutte le cosa che ci abitano: quelle belle, quelle che pensiamo essere brutte, e si portano in alto. Si sollevano nella purezza dell’aria in un grande abbraccio innamorato e gridiamo “che bellezza, tutte queste cose sono io, sono io”. Sarà una figata pazzesca. E a quel punto io credo sarà anche più probabile aprirci all’unicità dell’altro e uscire da questo stato di conflitto”. Il suo invito, a questo punto, è un potente messaggio universale: “Date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo insieme l’atto rivoluzionario, il più grande che si possa fare oggi, che è l’ascolto. Ascoltiamoci, doniamoci agli altri, liberiamoci dalla prigionia dell’immobilità, vi prego”. Poi chiude con una canzone, dimostrando ancora una volta di essere una grande artista.