Il Parlamento spagnolo ha approvato la riforma del mercato del lavoro del governo Sànchez, che prevede rigidi paletti ai contratti a tempo determinato. La misura è stata un banco di prova importante per l’esecutivo e una revisione della normativa in materia, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra contrattazione aziendale e di settore, era fortemente richiesta dall’Unione europea. L’approvazione però non era data per scontata, anzi, la riforma è stata ad un passo dalla bocciatura nel Parlamento spagnolo. Ad salvare il governo Sánchez da uno scenario politicamente complesso è stato l’errore di un deputato dell’opposizione: il suo voto è stato determinante, visto che il decreto è stato approvato con 175 voti a favore e 174 contro.
Decisivo si è rivelato il voto telematico del deputato del Partito Popolare Alberto Casero che, spiegano i media iberici, ha appoggiato la legge per errore. Il governo Sánchez si è presentato in aula dichiarando di avere numeri sufficienti per l’approvazione, pur non potendo contare sull’appoggio di due forze politiche solitamente alleate, i nazionalisti del Pnv e gli indipendentisti catalani di Esquerra Republicana, entrambi contrari alla norma.
L’approvazione della riforma è avvenuta in circostanze un po’ confuse, perché la presidente del Congresso dei deputati ha inizialmente annunciato che la legge era stata bocciata, per poi correggersi alcuni istanti dopo. Le iniziali esultanze dell’opposizione si sono poi diventate quelle dei sostenitori del governo.
L’approvazione della legge arriva dopo mesi di trattative del governo di Sanchez con le parti sociali: la riforma ha appunto l’obiettivo di contrastare l’alta precarietà del mondo del lavoro spagnolo, attraverso misure quali la limitazione delle categorie di contratti a termine permessi e l’incentivo di rapporti di lavoro più stabili. Presenta molti punti di contatto con il decreto Dignità del Conte 1, depotenziato lo scorso anno con alcune norme inserite nel decreto Sostegni bis del 2021.