Venerdì l’avvertimento di fronte all’incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini, dopo l’annuncio di un imminente fusione dei gruppi parlamentari di Italia Viva e Coraggio Italia. Adesso l’affondo, deciso e pesante: “Ma il centrodestra oggi è coalizione in Italia? No, è evidente”, scandisce il leader della Lega Matteo Salvini. E ancora: “In questo momento e da un po’ di tempo e temo per qualche settimana, alla logica di squadra qualcuno preferisce quella del singolo”. Quindi la prima bordata: “Alla prova dei fatti sono stato uno dei pochi a credere all’unità della coalizione che si è sciolta come neve al sole”. E una seconda: “In queste ore c’è chi vuole costruire con Renzi e Mastella non un obiettivo comune ma vecchi esperimenti che hanno come riferimento la candidatura e la rielezione”.
La crisi del centrodestra è palpabile nelle parole dell’ex ministro dell’Interno. Le sue parole arrivano al termine di una settimana caratterizzata dall’attacco di Giorgia Meloni sulle reti Mediaset e dall’intervista di Berlusconi al Corriere della Sera nella quale ha sottolineato come farebbe di tutti per riunire i moderati nel solco del Partito popolare europeo. Così il numero uno del Carroccio, intervenendo a un convegno con Susanna Ceccardi e Daniele Capezzone, è tranchant nei suoi giudizi: “Quando c’è una candidata alla presidenza della Repubblica, un’alta carica, che contava su 450 voti e 70 voti del presunto centrodestra sono scomparsi, più di 40 di Forza Italia, un suo candidato, evidentemente in questo momento e da un po’ di tempo e temo per qualche settimana, alla logica di squadra qualcuno preferisce quella del singolo. Più che un ragionamento collettivo c’è un ragionamento miope che guarda al proprio orticello”.
Il riferimento, chiarissimo, è alle mosse di Berlusconi. Ad iniziare dal rovinoso risultato del voto su Elisabetta Casellati, ma soprattutto le mosse dopo l’elezione di Sergio Mattarella. Ad iniziare da quel faccia a faccia con Casini, candidato al Colle di Matteo Renzi. Così il segretario leghista prova a serrare le fila: “I referendum sulla giustizia saranno un banco di prova per il cosiddetto centrodestra, permettetemi di usare il ‘cosiddetto’, perché alla prova dei fatti sono stato uno dei pochi a credere all’unità della coalizione che si è sciolta come neve al sole”.
E parlando della necessità di avere un “obiettivo comune” per l’Italia e l’Europa, ha aggiunto ripetendo più volte i concetti “in queste ore c’è chi vuole costruire con Renzi e Mastella non un obiettivo comune ma vecchi esperimenti che hanno come riferimento la candidatura e la rielezione”. Parole che arrivano il giorno dopo l’avvio dell’operazione da parte di Giovanni Toti, in passato vicino alla Lega, per costruire un unico gruppo parlamentare tra la sua Coraggio Italia e Italia Viva, oltre ai parlamentari vicini all’ex leader dell’Udeur. “Se non si recupera lo spirito di squadra non si vince – ha concluso Salvini – Io auguro non ci sia qualcuno che ambisca a essere il più forte dei perdenti”.