La notizia arriva a tre anni dalla sua scomparsa: il ginecologo Jos Beek è padre di almeno 21 figli perché, all’insaputa delle sue pazienti, ha usato il suo seme nelle fecondazioni assistite che ha eseguito tra il 1973 e il 1978. La scoperta è stata fatta dalla commissione indipendente messa in piedi dall’ospedale di Alrjine, in Olanda, che nel frattempo ha inglobato quello di Leiderdrop, dove lavorava all’epoca dei fatti il medico. L’indagine, sollecitata dalla FIOM, l’organizzazione locale che si occupa di rintracciare i genitori biologici di persone concepite attraverso la procreazione assistita, ha rilevato come dai test del Dna effettuati sia stata accertata una compatibilità tra Beek e 21 soggetti sottoposti all’analisi.
Secondo una prima ricostruzione basata sulle testimonianze raccolte, il ginecologo avrebbe fatto tutto da solo, tenendo all’oscuro l’ospedale, favorito da una normativa che all’epoca era ancora poco chiara, dato che negli anni in cui ha operato la tecnica della fecondazione assistita era ancora agli albori. Per questo l’uomo potrebbe aver agito indisturbato, usando il proprio sperma per fecondare almeno 20 donne. Lo avrebbe fatto per dare alle coppie che si rivolgevano a lui il figlio che tanto desideravano. Ovviamente, visto il lasso di tempo trascorso, non esistono più le cartelle cliniche dell’epoca e questo complica l’indagine. L’ipotesi è che i figli “illegittimi” di Jos Beek siano molti di più: per questo l’ospedale ha chiesto alle persone interessate da trattamenti di procreazione assistita in quegli anni di presentarsi per avere ulteriori informazioni.
