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Liguria, la “guerra fredda” tra Toti e la Lega: il presidente minaccia le dimissioni e il voto

Dopo che gli esponenti del Carroccio hanno abbandonato l'aula del Consiglio regionale per protestare contro l'assenza in Aula del governatore, adesso il leader di Cambiamo paventa le sue dimissioni da presidente della Regione e chiede, attraverso il capogruppo Angelo Vaccarezza, ai suoi consiglieri di offrire le loro, se necessario: sono gli effetti delle fibrillazioni dentro il centrodestra nazionale dopo il voto per il Quirinale

La guerra fredda in Liguria tra Giovanni Toti e la Lega continua. Dopo che gli esponenti del Carroccio hanno abbandonato il Consiglio regionale per protestare contro l’assenza in Aula del governatore, adesso il leader di Cambiamo paventa le sue dimissioni da presidente della Regione e chiede, attraverso il capogruppo Angelo Vaccarezza, ai suoi consiglieri di offrire le loro, se necessario. Sono gli effetti delle fibrillazioni dentro il centrodestra nazionale dopo il voto per il Quirinale che si riverberano fino in Liguria, con il Carroccio che prima non hanno digerito i franchi tiratori nascosti tra le fila di Cambiamo, il movimento di Toti, che avrebbero impallinato la candidatura di Elisabetta Casellati al Colle e in seguito le fughe in avanti del governatore, sempre più determinato a costruire un terzo polo di centro con i renziani.

Così nelle stesse ore in cui Matteo Salvini si sfoga e avverte che “in queste ore c’è chi vuole costruire con Renzi e Mastella non un obiettivo comune ma vecchi esperimenti che hanno come riferimento la candidatura e la rielezione”, Toti trasferisce le difficoltà del centrodestra nelle chat interne dei suoi in Liguria. A darne conto, con tanto di conferma del presidente della Regione, è l’Adnkronos. Si è così aperto un dibattito sulla linea politica da tenere di fronte agli ultimi attacchi dei leghisti che accusano Toti di pensare più al suo futuro politico che a quello della Liguria. “Se voglio mandare a casa il Consiglio regionale, faccio molto prima e senza chiederlo, se non a me stesso”, si sarebbe sfogato il cofondatore di Coraggio Italia con i suoi consiglieri, assicurando di essere pronto a fare un passo indietro: “Mi dimetto e convoco le elezioni, cosa prevista dalla legge elettorale e che posso fare in qualsiasi minuto perché – avrebbe sottolineato – la legge mi dà i poteri di farlo da solo”.

La ‘minaccia’ di dimissioni, a quanto si apprende da persone vicinissime a Toti, sarebbe partita a seguito del dibattito apertosi in chat dopo la proposta lanciata dal capogruppo regionale di Cambiamo, Vaccarezza, di firmare un documento nel quale tutti i consiglieri si dicono pronti a rimettere il mandato nelle mani di Toti. “Di fronte alla speculazione fatta negli ultimi giorni dalla Lega sulle divisioni del nostro gruppo, credo sia opportuno dare un segnale forte e deciso che vada in direzione contraria”, avrebbe esordito Vaccarezza. Da qui l’idea di sottoscrivere ciascuno una breve lettera di dimissioni che il presidente della Regione, qualora lo ritenesse opportuno, potrà protocollare. Una mossa, riferiscono, per dare una risposta ferma alla Lega e, nello stesso tempo, serrare i ranghi.

Toti, raggiunto dall’agenzia di stampa, ha confermato il suo sfogo ma ha escluso che Cambiamo possa perdere pezzi a seguito della sua linea politica: “Temo defezioni verso Lega-Fdi? Ma no, nel modo più assoluto, anche perché ritengo che la questione” con a Lega in Regione “vada appianata in sede politica e con toni amichevoli”. “È chiaro a tutti che se si rompesse un’alleanza che governa da sette anni e ottimamente la Liguria, avendo ribaltato una delle Regioni più rosse d’Italia a favore del centrodestra, non vi sarebbe altra strada che tornare a chiedere la fiducia ai liguri, ma ovviamente credo che tutto ciò non sarà necessario”, ha aggiunto l’ex direttore del Tg4.

Quanto alla richiesta di dimissioni protocollate, il cofondatore di Coraggio Italia spiega: “Credo che fosse una proposta del capogruppo volta a manifestare solidarietà nei miei confronti, anche perché tecnicamente le dimissioni non avrebbero alcun risultato, dal momento che subentrerebbero i primi dei non eletti…”. Ufficiosamente anche qualche fedelissimo di Toti – a quanto risulta all’Adnkronos – avrebbe espresso qualche perplessità sulle ultime mosse del governatore considerate una scelta inopportuna politicamente e controproducente, compresa quest’ultima della lettera di dimissioni definite a mezza bocca una vera e propria prova di forza anche nei confronti dei propri consiglieri, dettata più dal timore di defezioni interne dettate dalla partita nazionale con la nascitura federazione di centro.