Cronaca

Rovigo, fondatore de L’Altra Italia denunciato: reddito di cittadinanza incassato senza avere i requisiti

La circostanza era emersa nel corso dell’interrogatorio a cui era stato sottoposto da parte del giudice per le indagini preliminari, al momento della convalida del provvedimento cautelare originato dall’operazione “Candidopoli”.

A settembre era finito agli arresti domiciliari per aver dato vita al movimento politico “L’Altra Italia” che aveva presentato finte liste elettorali, nel 2019 e 2020, in 23 comuni italiani. Adesso Mino Cartelli, originario di Lecce, coinvolto nell’inchiesta condotta dalla Procura di Rovigo, è stato denunciato per avere indebitamente beneficiato del reddito di cittadinanza. La circostanza era emersa nel corso dell’interrogatorio a cui era stato sottoposto da parte del giudice per le indagini preliminari, al momento della convalida del provvedimento cautelare originato dall’operazione “Candidopoli”.

Il magistrato, come è previsto in questi casi, gli ha chiesto se godesse del beneficio, in modo da farne scattare la sospensione. Cartelli aveva risposto affermativamente. I militari della Compagnia di Este e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Padova hanno svolto accertamenti disposti per competenza dalla Procura di Lecce e in collaborazione con gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps. Adesso hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo a carico di Cartelli perché “omettendo di comunicare informazioni di natura patrimoniale, ha indebitamente percepito, per sette mensilità del 2021, l’importo complessivo di 3.500 euro a titolo di reddito di cittadinanza”.

È emerso, infatti, che al momento di compilare la domanda di reddito di cittadinanza Cartelli non era in possesso dei requisiti necessari. Il reale patrimonio mobiliare del soggetto (conti correnti bancari e postali) eccedeva quello indicato nella richiesta. Il beneficio di 500 euro mensili era stato ottenuto grazie a un’autocertificazione nella quale, secondo i finanzieri, sarebbe stata volutamente omessa l’indicazione dei conti correnti di cui l’interessato era titolare, co-intestatario o sui quali aveva la delega ad operare. È scattata così la denuncia alla Procura di Lecce che ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro preventivo delle somme percepite. “L’attività di servizio – è scritto in una nota della Finanza – testimonia la costante attenzione rivolta alla tutela della spesa pubblica, contrastando le condotte tese a distrarre risorse da impiegare, specialmente in questo periodo di emergenza sanitaria ed economica, a favore dei cittadini che versano in condizioni di disagio”.