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Sanremo 2022, quanto guardagnano gli orchestrali? Le cifre e la volontà di “azzerare le differenze tra fissi e precari”

Filippo Biolè, genovese, nuovo presidente della Sinfonica di Sanremo, fra le 12 Istituzioni concertistico orchestrali che ricevono fondi pubblici, è deciso a dare una svolta: “Mai più disparità dentro la Sinfonica. Presto ci saranno nuovi bandi di concorso per assunzioni subordinate"

di Simona Griggio

Provate a indovinare: anche fra gli orchestrali del Festival ci sono i precari. Gli stipendi per i musicisti dipendenti dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo vanno da 1.200 a 2.700 euro al mese. Ma i musicisti non sono sufficienti per i Festival. Allora ne vengono ingaggiati altri per l’occasione, fino ad arrivare a quota 32. Altra storia sono i musicisti della sezione ritmica, scelti direttamente dalla Rai. Per loro le cifre cambiano e anche di molto. “Da mille – rivela una fonte – a dieci mila euro per tutto l’evento”. Proviamo a riassumere: degli oltre 50 elementi all’Ariston, 32 sono “prestati” dalla Sinfonica, fra stipendiati in organico e aggiunti per la kermesse. Gli altri, che suonano sax, batteria, chitarre elettriche e strumenti moderni, li ingaggia direttamente la Rai. Precarietà contro stabilità. Contratti nazionali e trattative private.

Anche al festival va in scena il caos contrattuale che è uno dei problemi principali del mondo del lavoro italiano. Due anni fa la polemica, con la denuncia dei sindacati: alcuni musicisti guadagnano solo 50 euro al giorno. Filippo Biolè, genovese, nuovo presidente della Sinfonica di Sanremo, fra le 12 Istituzioni concertistico orchestrali che ricevono fondi pubblici, è deciso a dare una svolta: “Mai più disparità dentro la Sinfonica. Presto ci saranno nuovi bandi di concorso per assunzioni subordinate. L’obiettivo è portare l’organico a 35 elementi. Fissi”. Tutti pagati uguali, tutti stabili. Va in controtendenza? “Sono un avvocato giuslavorista ma anche un tenore corista. La musica si fa bene quando si costruisce un suono unico. Quando c’è continuità e si crea un amalgama fra strumentisti e direttore”.

L’attività della sinfonica per il Festival conta moltissimo in termini di visibilità. Ma rappresenta solo una piccola parte rispetto al numero di spettacoli presentati ogni anno. “L’orchestra fa 80 concerti l’anno – spiega – I nostri elementi sono considerati dei fuoriclasse soprattutto nel repertorio classico. Nel caso del Festival, è vero, ci sono musicisti supplementari. Ma ho applicato per loro condizioni migliorative rispetto ai minimi del contratto collettivo”.

Biolè ha cantato Mozart, Rossini, Verdi, Puccini nel coro dell’Opera Giocosa di Savona e nella storica Columbus Orchestra del teatro Carlo Felice di Genova. Le sue due anime, giuridica e artistica, ora sono alla prova generale in un ruolo complesso. “La gestione di un’istituzione sinfonica non è solo questione di bilanci ma di stretta comunicazione con il cuore artistico dell’attività”, rivela. E’ stato lui a condurre la trattativa con la Rai. La cifra di quest’anno però è impenetrabile. Da quando sono scoppiate le polemiche nel 2020. Allora erano 250 mila euro. Oggi è quasi un segreto di Stato.

Filippo Biolè ribadisce: “Il vero lavoro, secondo il nostro statuto, non sta nel Festival ma nell’ottimizzazione delle risorse pubbliche per tutta la stagione”. Come si ottiene? “Con l’aumento del pubblico, con sinergie e scambi con altre realtà nazionali, con l’investimento sulla qualità dell’offerta che crea indotto e restituisce identità culturale”.

In corso ora c’è il Festival di musica barocca: sold out. “L’affluenza di pubblico era stata persa – aggiunge – e non solo per la pandemia. L’orchestra era percepita come un costo, un fardello. Si rischiava di perdere sovvenzioni comunali importanti”. Dove le criticità? “Nell’assenza di una visione d’insieme: creativa e gestionale”.

Ora il pubblico sanremasco (aggettivo usato per i cittadini da più generazioni) e anche quello dei sanremesi (gli ultimi arrivati) riempie le sale e teatri: auditorium Alfano, teatro del Casinò, chiese e oratori per concerti di musica sacra.
Una certificazione di qualità internazionale permetterà di accedere ai fondi della Ue. Le pensiline dei bus della città sono decorate con il brand della sinfonica a effetti visivi speciali. “Voglio restituire ai professori d’orchestra il loro sforzo”.
Fra i progetti anche quello di portare gli orchestrali a suonare nei siti archeologici, grazie a un protocollo con la sovrintendenza dei Beni culturale della Liguria. Al teatro Romano di Ventimiglia, al forte di Santa Tecla a Sanremo. “Il mio sogno è anche di organizzare un concerto di Violini della memoria, per i ragazzi. Come vede non esiste solo il Festival”.

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