È caos sulle mascherine. Le Ffp2 fornite alle scuole dal commissario straordinario per l’emergenza Francesco Figliuolo attraverso le farmacie costano 55 centesimi in più l’una rispetto a quelle vendute su Mepa, la piattaforma per gli acquisti in Rete usata dalla pubblica amministrazione. Nelle scuole, però, continuano a essere distribuite 4.921.552 mascherine chirurgiche al giorno: la maggior parte degli studenti non le indossa perché scomode, puzzolenti, facilmente distruttibili e ora nemmeno più consigliate dagli scienziati. Il ministero fa sapere a Ilfattoquotidiano.it che la consegna continua perché agli uffici di viale Trastevere non sono mai arrivate richieste di sospensione da parte dei presidi.

A denunciare i costi sono i dirigenti scolastici, per i quali non è facile districarsi tra le norme: da mercoledì le Ffp2 (già previste alle secondarie) servono anche alla primaria, dove fino a quattro casi di positività nella stessa classe le attività proseguono per tutti in presenza. Per questi casi sono le scuole a fornirle agli studenti, acquistandole presso le farmacie che hanno aderito all’accordo con la struttura del commissario straordinario. I maestri dell’infanzia dovrebbero invece ricevere i dispositivi di protezione dal ministero: il 17 gennaio Bianchi aveva annunciato che entro fine mese la metà degli istituti (in tutto 40.658) avrebbe dovuto ottenerli.

La questione dei costi è stata sollevata dal presidente di “Dirigentiscuola”, Attilio Fratta: ha calcolato che la differenza tra quelle acquistabili in farmacia e quelle acquistabili su Mepa porta a spendere 3.300 euro in più per ogni lotto. Una faccenda sulla quale, oggi, è intervenuto anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli: “Il prezzo massimo fissato dal protocollo è ben superiore a quello praticato dal mercato libero, oltre che a quello reperibile su Mepa. Se il fondo di 45,22 milioni di euro previsto dall’articolo 19 del Decreto-Legge 4/2022 fosse gestito al meglio, anziché essere vincolato al protocollo, si potrebbero realizzare economie utilizzabili, ad esempio, anche per l’acquisto di dispositivi migliorativi della qualità dell’aria dei quali tanto si è parlato di recente”.

Intanto i colleghi di Fratta e Giannelli sono in difficoltà: “Arrivano ancora mascherine chirurgiche. La settimana scorsa ottanta scatole che non so più dove mettere mentre di FFp2 solo cento pezzi. Per fortuna ne ho in magazzino comprate in precedenza”, spiega Matteo Loria, a capo dell’istituto “Caramuel – Roncalli” di Vigevano. Stessa situazione al “Marco Polo” di Firenze: “Di chirurgiche ne abbiamo migliaia che nessuno vuole. Di Ffp2 ne è arrivata una sola consegna di circa 800”, spiega Ludovico Arte. Non cambia la musica a Taranto: “Ieri – spiega Vania Lato del “Vico de Carolis” – sono arrivati circa 32 colli da 500 mascherine chirurgiche che non indossa nessuno. Ne abbiamo persino altre in deposito. Di Ffp2 invece solo 700. Dobbiamo comprarcele noi quelle che mancano”. Non sa più che farne, delle famose “mutanda” nemmeno Lucio Bontempelli, dirigente scolastico dell’Istituto Niccolò Pisano: “Ne ho a bizzeffe e non sappiamo dove metterle mentre di Ffp2 ne hanno mandate solo 400; il resto le compro direttamente come scuola”. Fabiola Martini, della “Diaz” di Olbia ha difficoltà con gli spazi: “Hanno inviato ancora 350 scatole di chirurgiche che sono costretta a piazzare all’ingresso della scuola e in un’aula che ho ricavato appositamente per farla diventare magazzino”. Peggio ancora all’istituto comprensivo di Lipari dove di Ffp2 non ne hanno ancora vista una ma di chirurgiche tante. Inutile chiedere delucidazioni alla struttura commissariale: a qualsiasi domanda su questo argomento da mesi il commissario Figliuolo non risponde. Impossibile ottenere anche dal ministero dell’ Istruzione una risposta che va oltre il “Chiedete a Figliuolo” e “A noi i presidi non hanno scritto”.

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