Se proprio devo trovare il pelo nell'uovo in un Festival che è andato benissimo, la co-conduttrice. Perché? Bravissima nel suo meta-monologo, poteva fare qualcosa in più
In una serata finale in cui è andato tutto bene all’interno di un festival andato benissimo che cosa poso trovare di negativo, cercando proprio, come si dice, il pelo nell’uovo? Se proprio devo, se i miei lettori mi promettono di non rinnovare l’accusa che qualcuno mi ha rivolto a proposito di Zalone (ci tengo a ribadirlo: è un grandissimo), confesso che da Sabrina Ferilli mi aspettavo una cosa in più. Intendiamoci bene: è stata simpaticissima e bravissima soprattutto nell’invenzione di un anti o meglio meta-monologo. Dopo le molte riserve suscitate dai monologhi delle serate precedente ha deciso di parlare di ciò di cui è meglio tacere per inadeguatezza e senso della misura. Ottima idea e ottima esecuzione, come nella celebrazione di Lucio Dalla e in tutti gli altri suoi interventi. Ma perché lasciarci senza aver cantato, lei che in altre occasioni ha mostrato di saperlo fare? E’ un mio vecchio pallino: a Sanremo dovrebbero cantare proprio tutti.
Sul versante delle cose belle, invece c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si è già detto dell’ottima conduzione, del ritmo, della splendida regia, degli interventi comici a cui possiamo aggiungere il sollievo per l’assenza dei politici, di solito presenti nell’ultima serata. Ma esaurite le scorte (come dice Morandi) di segnalazioni positive, questa volta premiamo il pubblico in sala, la sua intensa entusiastica, partecipazione. Senza addentarci in letture sociologiche delle cause di questa improvvisa, irrefrenabile voglia di ballare, limitiamoci a notare come la bella festa abbia coinvolto tutti, dalla galleria (e qui un bel contributo è venuto dalla regia), all’orchestra e alle scatenate coriste, fino alla prima fila. Già, la prima fila di solito un po’ antipatica, presa dall’esibizione dei suoi privilegi, ha brillato questa volta per la sua discrezione, per la cordialità, per il suo rapporto simpatico con i protagonisti dello show. Una menzione speciale ai modi eleganti della signora Giovanna. Infine, anche a costo di giocarmi la simpatia di una bella fetta dei miei lettori, non posso fare a meno di rivelarvelo: per me la cosa più bella, ieri sera, è stata la sciarpa rossonera furtivamente appoggiata sulle spalle dell’interista Amadeus da Sangiovanni dopo il derby vinto dal Milan. E’ andato davvero tutto bene!