Non si fermano le proteste che da settimane stanno travolgendo il Canada. Lo scorso weekend migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Ottawa, Toronto, Quebec City e Winnipeg, in solidarietà alla protesta “Freedom Convoy” iniziata il 22 gennaio dai camionisti canadesi contro l’obbligo di vaccino per attraversare la frontiera con gli Usa. Jim Watson, sindaco della capitale Ottawa, ha proclamato lo stato di emergenza dopo che il centro della città è stato paralizzato da dimostranti che hanno acceso falò davanti al parlamento, sventolando bandiere canadesi e urlando slogan contro il governo. Il sindaco Watson ha annunciato che la dichiarazione evidenzia la necessità di sostegno da parte degli altri livelli di governo. Nei giorni scorsi il premier Justin Trudeau ha però scartato l’ipotesi di ricorrere all’esercito per sgomberare i manifestanti.
L’atmosfera di questo secondo weekend di protesta appare comunque meno tesa di quella di una settimana fa, quando diversi attivisti avevano esibito bandiere confederate e simboli nazisti, scontrandosi con i residenti. La polizia di Toronto ha istituito posti di blocco in tutto il centro, impedendo a qualsiasi manifestante su camion o auto di avvicinarsi al Consiglio provinciale, vicino al quale si trovano anche i cinque principali ospedali della città. La polizia di Winnipeg ha denunciato un uomo di 42 anni che ha guidato la sua auto contro il gruppo di manifestanti del “Freedom Convoy” riuniti in piazza. L’incidente è avvenuto la sera di venerdì 4 febbraio e ha lasciato 4 persone ferite.
Tra i dimostranti che gli ultimi giorni stanno riempiendo le piazze delle città canadesi ci sono anche gruppi più piccoli di contro-manifestanti che invitano la folla a tornare a casa, stanchi delle proteste e del caos generale. I residenti di Ottawa sono infatti furiosi per gli incessanti squilli di clacson e le interruzioni del traffico. I manifestanti spiegano però che continueranno le proteste fino a quando tutte le restrizioni anti Covid non saranno cancellate. Chiedono la rimozione del governo di Trudeau, responsabile di poche misure, mentre la maggior parte delle decisioni è stata presa dai governi provinciali. Intanto il sito di crowdfunding GoFundMe ha annunciato che bloccherà i soldi donati per i camionisti canadesi che protestano contro l’obbligo di vaccino, citando rapporti di polizia su episodi di violenza. Il sito restituirà il denaro ai donatori. Finora era stata raccolta una cifra pari a 5,8 milioni di euro.
Il “convoglio dei camion della libertà”, come lo hanno chiamato i manifestanti, ha attirato il sostegno di molti repubblicani negli Stati Uniti, tra cui l’ex presidente Donald Trump, che ha definito il primo ministro canadese Trudeau un “pazzo di estrema sinistra” che ha “distrutto il Canada con folli mandati anti Covid”. Il procuratore generale del Texas Ken Paxon ha twittato: “I texani patriottici hanno donato alla degna causa dei camionisti canadesi”. E il senatore del Texas Ted Cruz ha dichiarato su Fox News che “il governo non ha il diritto di costringerti a rispettare i suoi mandati arbitrari”. “Per alcuni politici americani di alto livello, patriottismo significa affittare una folla per mettere sotto assedio la capitale di uno dei Paesi del G7″, ha risposto invece con un tweet Gerald Butts, un ex consigliere senior di Trudeau. “Trump e i suoi seguaci sono una minaccia non solo per gli Stati Uniti, ma per tutte le democrazie“, ha twittato Bruce Heyman, ex ambasciatore degli Stati Uniti nell’amministrazione di Barack Obama.