“C’è stato un cortocircuito”. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ospite a Milano del tavolo per la sicurezza organizzato in Prefettura, ha usato queste parole per commentare le manifestazioni studentesche dei giorni scorsi per la morte di Lorenzo Parelli finite con le cariche delle forze dell’ordine. “Quando ci sono ragazzi che manifestano per questioni gravissime c’è da avere la massima attenzione, ma non si può ignorare che c’è una direttiva che impediva manifestazioni se non statiche per ragioni di salute pubblica” ha spiegato la ministra ribadendo che in piazza erano presenti quelli che la ministra definisce “provocatori”. Un’accusa respinta dagli stessi studenti e dai sindacati di base che questa mattina hanno organizzato un presidio di protesta in piazza san Babila: “In piazza c’erano studenti che protestavano per la morte di un loro compagno e che hanno ricevuto in cambio manganelli e denunce”. Sullo sfondo rimane la questione dei codici identificativi delle forze dell’ordine. Nelle scorse settimane Amnesty International ha ribadito “l’urgenza” dell’introduzione di questa misura ma la ministra risponde così: “Adesso siamo sulla fase delle bodycam, non mi sposterei sui codici identificativi”
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