“Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi riveda gli esami di Stato”. A bocciare la proposta avanzata dal professore ferrarese è il Consiglio superiore della pubblica istruzione che nel tardo pomeriggio di lunedì ha approvato il parere da inviare in viale Trastevere: un passaggio obbligatorio ma non vincolante. Dopo oltre sei ore di discussione, i membri del Cspi hanno preso una decisione che invita Bianchi a modificare nella sostanza l’ordinanza stesa per le prove. Per l’esame di terza media il Consiglio superiore chiede un decisivo passo indietro al ministro eliminando ogni scritto e ripristinando un maxi orale, come lo scorso anno.

Il ministro, dopo due anni in cui si era scelto di non ricorrere agli scritti, quest’anno ha proposto di tornare alla normalità proprio a partire dall’esame del primo ciclo per il quale sono previste due prove scritte, una di italiano e una relativa alle competenze logico-matematiche, e un colloquio per verificare, tra le altre cose, le competenze relative alla lingua inglese, alla seconda lingua comunitaria e all’insegnamento dell’educazione civica.

Per il Cspi la scelta di Bianchi è sembrata un’accelerazione rispetto allo stato attuale della scuola che anche quest’anno ha dovuto fare i conti con la pandemia, costringendo molti alunni a fare lezioni da casa che non permettono ai ragazzi di avere la stessa attenzione che si ha in aula.

Non solo. Anche per quanto riguarda la maturità, il ministro nelle prossime ore dovrà confrontarsi con la richiesta del Cspi di rivedere l’ordinanza “senza dover far ricorso necessariamente alla seconda prova scritta”, ovvero quella di indirizzo. La frase testuale nel parere è stata frutto di una lunga ed estenuante discussione tra le diverse componenti dell’assemblea ma tutti hanno concordato sulla necessità di “modalità coerenti con il percorso fatto dagli studenti”. Anche in questo caso, infatti, l’ex rettore universitario ha scelto per quest’anno di ascoltare gli appelli di alcuni intellettuali e accademici che chiedevano il ritorno di entrambi gli scritti. Unica differenza rispetto al passato il fatto che la seconda di queste prove, diversa per ciascun indirizzo, ha per oggetto una sola disciplina tra quelle caratterizzanti il percorso di studi.

Un punto di condivisione tra il ministro e il Consiglio superiore c’è: l’ok al tema di italiano. Ora la palla passa nelle mani dell’inquilino di viale Trastevere che può anche ignorare il parere del Cspi ma rischierebbe di creare un clima di imbarazzo. Intanto domani, il ministro incontrerà gli studenti delle Consulte proprio per parlare con loro di maturità. Un dialogo tardivo secondo il coordinatore della Rete degli studenti medi, Tommaso Biancuzzi, che non è stato invitato al tavolo: “Bianchi a ottobre ci aveva promesso un’interlocuzione proprio sulla maturità ma ci siamo trovati le cose fatte senza averlo mai più visto”.

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