Da impiegato in un’azienda vinicola e da commessa in un negozio di abiti fino alla finale olimpica e la certezza di tornare in Italia con una medaglia al collo. Una storia vera, verissima, di quelle che solo i Giochi sanno regalare, si è avverata lunedì all’ora di pranzo. Il ventiseienne Amos Mosaner e la 22enne Stefania Constantini hanno battuto nettamente la Svezia per 8-1 e nella finale doppio misto di curling sfideranno la Norvegia per l’oro di Pechino 2022. La gara è in programma alle 13.05 e sarà trasmessa dalla Rai e su Eurosport, visibile anche su Dazn e Sky.
La loro è una storia nata nel 2018, anche se praticavano il curling da sempre. Amos, ora atleta dell’Aeronautica militare, ha seguito il padre anche lui appassionato di questo sport e, avendo una pista sotto casa, a Cembra, ha iniziato a giocare e a conoscere bene ogni ruolo. Allo stesso modo anche Stefania, che da pochissimo fa parte del gruppo sportivo delle Fiamme Oro, a soli 8 anni ha iniziato a praticare il curling a Cortina d’Ampezzo ed è cresciuta tra stones, tee, rink, grip e measuring, tutti termini classici dello sport che vengono dalle sue origini scozzesi.
Appena il doppio misto si è andato affermando nei diversi tornei internazionali, con la prospettiva evidente di una sua inclusione tra le gare olimpiche, Amos Mosaner ha scelto di giocarlo molto spesso, in un primo momento con Alice Cobelli, poi durante un torneo americano nel 2018 con Stefania Constantini, con cui ha sempre trovato un ottimo feeling sul ghiaccio. Per colpa anche della pandemia, oltre agli impegni di Mosaner spesso in gioco con la squadra maschile, il primo vero appuntamento importante per la coppia è stato il Mondiale di Aberdeen del 2021, in cui sono riusciti ad arrivare terzi nel round robin e hanno chiuso al quinto posto qualificandosi per Pechino 2022.
È stato un momento fondamentale per la loro crescita e per l’intero movimento, che ha portato in Cina anche la squadra maschile. Ma durante il torneo si è visto come le grandi coppie del doppio misto però sembravano ancora lontane. Il 2 febbraio, due giorni prima rispetto alla cerimonia di apertura dei Giochi, Mosaner e Constantini giocano la loro prima partita a Pechino 2022, vincono contro gli ostici statunitensi e iniziano la loro folle corsa.
Battono tutti, alla fine del round robin le vittorie sono nove e gli scalpi sono eccellenti: prima di tutto i due superfavoriti della vigilia, gli scozzesi Jennifer Dodds e Bruce Mouat, a seguire i vicecampioni del mondo in carica, i norvegesi Kristin Skaslien e Magnus Nedregotten, ancora gli svedesi Almida de Val e Oskar Eriksson e infine la Nazionale con la tradizione più vincente di tutte, la coppia del Canada Rachel Homan e John Morrison, portacolori di una nazione che ha già 11 medaglie olimpiche nella sua storia.
Li hanno battuti tutti e hanno sconfitto per la seconda volta anche la Svezia, senza nessuna possibilità di appello. Adesso li aspettano di nuovo i norvegesi, giocatori eccezionali ma che hanno perso tre volte nel round robin e battuto la Gran Bretagna in semifinale per 6-5. Sarà una gara storica per l’Italia, ma è per forza di cose solo un primo passo del curling italiano. Non solo perché Amos Mosaner e Stefania Constantini sono due atleti molto giovani, ma perché con l’Olimpiade in casa tra quattro anni (in casa dell’ampezzana Stefania, soprattutto), non si può che puntare a diventare una forza del curling mondiale.