Tecnica e tattica, strategia e affiatamento, tirano, si parlano e vincono. E come se vincono. E quanto vincono, Amos Mosaner e Stefania Constantini. La coppia più forte del mondo, l’aviere e la poliziotta, uno ex impiegato in un’azienda vinicola e l’altra ex commessa in un negozio di abiti. Oggi campioni olimpici a Pechino, oro, il metallo più prezioso, nel curling misto. È una medaglia storica per l’Italia, la prima ai Giochi in questa disciplina dove quasi non avevamo cittadinanza, che arriva al termine di un percorso perfetto della coppia azzurra capace di vincere 11 match su 11 e dominare anche la finale contro la Norvegia, vice-campione del mondo, battuta 8-5.

Mosaner e Constantini hanno costruito il successo negli end centrali della gara con un parziale di 6-0 tra il secondo e il quarto parziale, incrementato nel sesto per poi giocare “in difesa” negli ultimi due partendo dal 7-3. Con tattica e strategia Mosaner e Constantini, chirurgica nei lanci, hanno protetto quel vantaggio impacchettato e con l’ultimo lancio nell’ottavo end hanno spazzato ogni possibilità per i norvegesi Kristin Skaslien e Magnus Nedregotten di vincere o allungare il match all’extra-end. Eppure la partenza era stata complicata, con un 2-0 per la Norvegia. Ma il vento cambia presto e nel secondo è subito parità. Nel terzo l’Italia mette il naso avanti portandosi avanti 3-2, quindi arriva il parziale che vale il titolo olimpico.

Nel quarto – nonostante i norvegesi avessero a disposizione l’ultimo tiro – Constantini posiziona il punto, Mosaner lo raddoppia e lo spariglio dei norvegesi non cambia la situazione. E ancora la 22enne di Cortina d’Ampezzo fa il capolavoro piazzando a punto l’ultima stone a disposizione, con Skaslien che sbaglia l’assalto e gli azzurri che si ritrovano a +4. Da quel momento la coppia italiana gioca di fino, tra strategia e difesa, provando principalmente a limitare le possibilità svedesi di riavvicinarsi. Perso il quinto e conquistato il sesto, entrambi finiti 1-0, gli ultimi due sono pura tattica e fiato sospeso. Quando Constantini lascia partire l’ultima stone nell’ottavo end per sbocciare quelle norvegesi il pubblico non aspetta neanche che il tiro arrivi a destinazione per iniziare ad applaudire la vittoria italiana.

La spedizione azzurra sale così a due ori a Pechino dopo la vittoria di Arianna Fontana nello short track e sale al quinto posto nel medagliere con 7 podi alle spalle solo di Svezia, Paesi Bassi, Cina e Norvegia. Tutti bellissimi, ma questo oro nel curling, sport a lungo vilipeso e relegato a “bocce sul ghiaccio”, ha un sapore più dolce di qualsiasi altro trionfo. Non solo perché la prima volta non si scorda mai, ma anche perché arriva in una disciplina che in Italia conta neanche 400 tesserati. Un piccolo miracolo di fronte ai giganti canadesi e norvegesi, una nuova tessera nel puzzle di successi sportivi che da giugno dello scorso continuano a sorprendere e stupire. E soprattutto a non finire più.

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