Un bimbo molto piccolo da operare al cuore e una forte opposizione della famiglia a che il figlio ricevesse trasfusioni di sangue di persone che si sono sottoposte al vaccino anti Covid. Il caso è finito davanti al giudice tutelare di Modena che ha accolto il ricorso dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna che si è rivolto alla magistratura per poter sottoporre al piccolo a trasfusione. La conferma della decisione del giudice arriva dall’avvocato Ugo Bertaglia, che tutela gli interessi dei genitori.
Il giudice avrebbe in sostanza ritenuto che ci sono le garanzie di assoluta sicurezza nel sangue fornito dall’ospedale, qualsiasi sia la sua provenienza, rendendo così superabile l’obiezione dei genitori che per motivi religiosi vogliono che il sangue provenga da non vaccinati. L’avvocato Bertaglia ha spiegato che i suoi assistiti non hanno “mai negato il consenso all’intervento e lo hanno ribadito al giudice tutelare” che li ha sentiti in udienza. Ma hanno chiesto “per motivi di carattere religioso” che il sangue della trasfusione venisse da soggetti non vaccinati. Ora il legale valuterà se impugnare la decisione del giudice.
La vicenda è iniziata qualche settimana fa, quando la famiglia originaria del Modenese ha informato i medici bolognesi che per il loro bambino non sarebbe stato accettato in nessun caso sangue da donatori immunizzati e che pretendeva che fosse prelevato solo da persone non vaccinate. Una richiesta rilanciata anche un tam tam in chat di ambienti no-vax per reperire “volontari” non immunizzati pronti a donare il proprio sangue. L’ospedale, in accordo col centro trasfusionale, si era opposto alla richiesta perché le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e molto precisi. Proprio per garantire sicurezza di chi riceve il sangue. Secondo quanto riporta Il Resto Del carlino i genitori rifiuterebbero il sangue per motivi religiosi, basandosi su affermazioni che non hanno alcun riscontro scientifico ovvero che i vaccini sarebbero ottenuti usando embrioni umani.