Economia

Superbonus, Patuanelli: “Modifiche subito, porterò tema in Cdm”. Verso il ritorno alla cessione multipla, ma solo a istituti autorizzati

Il ministro M5s chiede un "intervento immediato" per togliere le fortissime limitazioni alla cessione dei crediti fiscali da bonus edilizi che "hanno bloccato completamente migliaia di interventi, rischiando di far fallire le imprese oneste". L'ipotesi sul tavolo prevede che nel meccanismo siano coinvolti solo ai soggetti sottoposti alla vigilanza di Banca d’Italia

Servono modifiche subito, perché le fortissime limitazioni alla cessione dei crediti fiscali da bonus edilizi, inserite in corsa dal governo Draghi nel decreto Sostegni ter, seppure “predisposte con il nobile obiettivo di evitare le truffe, di fatto hanno bloccato completamente migliaia di interventi, rischiando di far fallire le imprese oneste e di danneggiare migliaia di famiglie“. Lo scrive in un post su Facebook il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, chiedendo di “intervenire immediatamente con un decreto correttivo e con un prolungamento della misura del Superbonus 110% per le monofamiliari, visti i due mesi di stop subiti”. “Porterò questo tema nel prossimo Consiglio dei Ministri”, assicura Patuanelli.

L’annuncio del ministro M5s fa seguito all’interrogazione dei parlamentari Cinquestelle: “È chiaro che i furbetti vanno fermati”, hanno scritto, “ma non è affatto limitando la cessione dei crediti d’imposta legati ai bonus edilizi che si risolve il problema”. Il M5s già aveva annunciato emendamenti per ripristinare la possibilità di cessioni multiple pur con maggiori garanzie anti frode, una posizione peraltro condivisa da praticamente tutta la maggioranza, con i senatori di ogni partito che preparano emendamenti al decreto Sostegni Ter. Il post di Patuanelli però serve a evidenziare che i tempi del Parlamento (due mesi per la conversione in legge) rischiano di essere troppo lunghi: serve un intervento correttivo.

L’ipotesi sul tavolo, scrive ItaliaOggi, prevede il ritorno alla possibilità di cessione multipla del credito d’imposta, ma solo agli istituti finanziari autorizzati da Banca d’Italia. Una proposta simile è stata avanzata da Fillea Cgil: riconoscere la possibilità di successive cessioni dei crediti solo a soggetti finanziari o grandi aziende fornitrici riconosciuti attraverso un Albo specifico, sottoposto a vigilanza (Agenzia delle Entrate e/o Banca di Italia). Stessa, a grandi linee, la posizione di Forza Italia che propone di limitare la cessione del credito solo ai grandi istituti finanziari vigilati da Banca d’Italia, magari allungando i tempi. A chiedere modifiche pur con garanzie antifrode anche il Pd che nei giorni scorsi ha annunciato un emendamento per cambiare le regole introdotte nel testo del Decreto.

Come detto, però, il governo potrebbe decidere di rimettere mano alla questione, che di fatto sta monopolizzando il dibattito politico e ha portato alle prime evidenti conseguenze: dopo Poste italiane e Cassa depositi e prestiti, anche le banche di credito cooperative hanno sospeso l’attività di acquisto dei crediti. Servono “norme di di buonsenso per ‘non buttare via il bambino con l’acqua sporca’ e salvaguardare il buono di un provvedimento che nell’ultimo anno ha provocato una vera e propria rivoluzione nell’edilizia”, ha scritto la Fillea Cgil.

Da una parte, quindi, si studia come allentare la stretta. Ma resta la necessità di evitare le truffe. Per la Fillea qualificazione delle imprese, controllo effettivo sull’avvio dei cantieri e selezione rigorosa degli intermediari finanziari abilitati, sono i pilastri da seguire per rendere nuovamente possibile la cessione del credito a vari livelli. E per fare questo basterebbe che per beneficiare di qualsivoglia incentivo per i lavori edili sia obbligatorio rivolgersi ad imprese che applichino il CCNL edile.

Dal lato degli istituti finanziari, riporta ItaliaOggi, si chiede invece di intervenire sul vaglio preventivo da parte dell’Agenzia delle Entrate: l’ipotesi è quella di prevedere un rafforzamento dei controlli, in modo da avere una specie di “bollino” sulla circolazione dei crediti, che metta al riparo gli intermediari dagli eventuali sequestri della magistratura.