Nel 2021 le vendite al dettaglio sono risultate in decisa ripresa rispetto al 2020, anno però pesantemente influenzato dall’emergenza sanitaria. Le vendite sono salite del 7,9% in valore e del 7,2% in volume. Lo rileva l’Istat. L’incremento è attribuibile soprattutto al rimbalzo del comparto non alimentare (+ 13,3%), le cui vendite tornano ai livelli del 2019, ma anche le vendite dei prodotti alimentari (+ 1,4%) sono risultate in crescita. La ripresa ha interessato tutti i tipi di esercizi, dai supermercati (+ 5,5% nel 2021) ai piccoli negozi, (+ 9,7%). Più significativo, poiché meno influenzato dell’effetto pandemia, il dato relativo solo a dicembre che evidenzia un incremento delle vendite nel complesso del 9.4% (+ 14,3% i non alimentari, + 3,3% gli alimentari).
Nell’ultimo mese dell’anno i prodotti che hanno evidenziato gli incrementi di venite più marcati sono mobili, articoli tessili e arredamento (+ 26% su dicembre 2020), abbigliamento (+ 24,7%), prodotti farmaceutici (+ 22%). calzature e pelletteria (+ 19.3%), giochi e giocattoli (+ 13,7%). Unica categoria che registra una seppur minima flessione (- 0,1%) è quella di elettrodomestici, radio e tv. Nell’intero 2021 l’e-commerce ha segnato un incremento del 13,3%. Le vendite on line sono scese però in dicembre rispetto all’anno prima (- 4,1%) come ricaduta delle riapertura dei negozi.
La spinta agli acquisti legati alle festività natalizie ha “vivacizzato le vendite al dettaglio nel mese di dicembre ma l’effetto positivo rischia di sfumare già nei primi mesi del 2022 a causa delle incertezze dovute alla risalita dei contagi e, soprattutto, ai timori di un ritorno dell’inflazione”. Lo afferma Federdistribuzione commentando i dati diffusi dall’Istat. Il 2021 “si chiude bene, meglio del previsto“, scrive Confcommercio che il recupero “è stato favorito, nel confronto annuo, dalle migliori condizioni di operatività delle imprese nello scorso mese di dicembre rispetto al dicembre 2020″. Se ne ha prova – spiega l’’Ufficio stuti dell’associazione in una nota – tanto dalla lettura dei tassi di crescita registrati nei settori legati alle festività di fine anno, come abbigliamento, calzature e profumeria, quanto dalla variazione positiva delle vendite dei piccoli negozi, che riconquistano qualche frazione di fatturato a scapito del commercio elettronico”.