La polizia canadese ha effettuato oltre 20 arresti tra i manifestanti del cosiddetto “Freedom Truck Convoy“, la protesta contro le misure anti-Covid e l’obbligo vaccinale cominciata un paio di settimane fa a Ottawa, quando un gruppo di camionisti si è riunito nella capitale paralizzandola con circa 100 camion. Secondo la Bbc, le autorità canadesi hanno dichiarato che si sono uniti alla protesta migliaia di dimostranti. Circa un quarto dei cento mezzi pesanti avrebbe a bordo dei bambini, fatto che complica il potenziale intervento delle forze dell’ordine. Nella capitale è stato dichiarato da qualche giorno lo stato di emergenza.
La protesta dei camionisti, iniziata il 22 gennaio, vede aperte attualmente quasi 80 indagini penali: fino ad ora la manifestazione si è svolta pacificamente, ma le autorità canadesi hanno espresso preoccupazione per i toni retorici violenti di gruppi di estrema destra che hanno preso parte alle proteste. Nella giornata di martedì le autorità canadesi sono riuscite a riaprire l’Ambassador Bridge, che era stato bloccato dalla protesta dei camionisti: è il ponte commerciale più trafficato tra Canada e Usa, su cui transita circa il 25% del commercio tra i due Paesi. Un grosso danno per il Canada, che manda il 75% del suo export negli Stati Uniti: sul ponte era stato impedito il normale traffico di camion, mediamente 8000 al giorno.
I manifestanti hanno più volte dichiarato la protesta non cesserà fino a quando l’obbligo vaccinale e le restrizioni contro il Covid non saranno revocate. Sulla vicenda è intervenuto martedì il primo ministro Justin Trudeau: “I canadesi hanno il diritto di protestare, esprimere il disaccordo con il governo e fare sentire la propria voce, abbiamo sempre difeso questo diritto. Ma vogliamo essere chiari: non hanno il diritto di bloccare la nostra economia, la nostra democrazia e la vita quotidiana dei nostri cittadini”. Il premier canadese ha inoltre aggiunto di aver chiesto alla polizia federale canadese di affiancare la polizia di Ottawa nel contrastare le proteste.